Marco Masini dopo una gavetta come arrangiatore di musica dance e collaboratore di colonne sonore (Mediterraneo, Mary per sempre e Ragazzi fuori) arrivò alla ribalta nazionale grazie al solito Festival di Sanremo. Nel 1990 vinse il primo premio tra le Giovani Proposte con la canzone Disperato e l’anno successivo arrivò terzo tra i big con il tormentone Perché lo fai che, a discapito del testo tra l’impegnato e il melodrammatico, fu il singolo più venduto del 1991.
Nel 1993 fu la volta del successo internazionale dell’album T’Innamorerai che conteneva il fortunato quanto censurato singolo Vaffanculo che sollevò numerose polemiche nel bieco micromondo italiaco, ma che con un abile coup de théâtre fece conoscere Marco Masini a tutti: giovani, vecchi e bambini.
Due anni dopo ci riprovò con Bella stronza, ma ormai il tutto sapeva di minestra riscaldata e onestamente la gente ne aveva avuto abbastanza di quel tizio piagnone e rompicoglioni che cantava canzoni con le parolacce. Il nostro cercò quindi la salvezza seguendo le sacre vie del rock con poca convinzione e nessuna credibilità.
Dopo un paio di album invenduti e qualche trapianto di capelli esce nel 2001 Uscita di sicurezza, collezione di brani inediti scritti durante tutto l’arco della sua carriera. Tra queste rarità ci imbattiamo in E chi se ne frega, una delle peggiori cover della storia della musica tutta, esempio cristallino di cosa succede quanto un uomo non è conscio dei propri limiti.
Per qualche inspiegabile ragione il cantautore fiorentino, o chi per lui, ha la malsana idea di rifare Nothing Else Matters, famosissima ballad dei Metallica, copiaincollandone la musica ma con un testo in italiano completamente riscritto. Detto fatto, basta alzare la cornetta e chiamare il fido Giancarlo Bigazzi che, forse preso in un momento di crisi mistica indotta dall’assunzione di sostanze psicotrope e qualche bicchiere di troppo di Nobile di Montepulciano, partorì l’opus della sua carriera di paroliere. Nothing Else Matters diventa quindi E chi se ne frega, flusso di pensieri di un folle visionario, quasi fosse uno scherzo come quando faceva bagordi con Daniele Pace e gli altri Squallor. L’equivalente in musica di un quadro di Salvador Dalì dipinto da mio zio che fa l’imbianchino.
Nonostante gli sforzi profusi dai maggiori critici letterari contemporanei nessuno è ancora stato in grado di capire quello che la coppia Masini-Bigazzi voleva dirci con passaggi di questa caratura:
L’iguana dei passi tuoi
il tuo inguine di viva orchidea
dove annegano gli occhi miei
e il tempo si ambigua
…
Io da qui non mi muovo più
abbracciato a una croce, tu
mentre il sole riallaga il blu
e chi se ne frega.
…
Il tempo ai cani e la polizia,
spara ansia e dietrologia,
fa che insegua la nostra scia,
e chi se ne frega.
L’unica certezza è che ad oggi rimane uno dei più reconditi misteri dell’umanità.
Per cercare di capire il perché di tutto ciò vi proponiamo un illuminante estratto di un’intervista di Pierluigi Pisa pubblicata su Kataweb il 5 maggio 2001:
Come mai ha scelto di eseguire proprio questa cover per il suo nuovo disco?
Aldilà della mia passione per i Metallica questo era un brano che eseguivo spesso quando all’inizio della mia carrera mi trovavo a suonare delle cover. Inutile dire poi che i Metallica sono uno dei gruppi che hanno fatto la storia della musica, e sicuramente Nothing Else Matters è una delle loro più belle canzoni.
Come è riuscito ad ottenere l’autorizzazione per pubblicarla?
Attraverso il management della mia casa discografica ho fatto arrivare direttamente ai Metallica il provino di E chi se ne frega. Loro mi conoscevano già, dieci anni di attività in Italia saranno pure serviti a qualcosa, e comunque hanno apprezzato la canzone, così mi hanno dato il loro benestare. Non ho incontrato il gruppo di persona, ma i loro commenti positivi mi hanno gratificato lo stesso.
Pensa che i fans dei Metallica la criticheranno per quello che ha fatto?
Di sicuro qualcuno contesterà la mia scelta, ma io ho la coscienza a posto, in quanto sento di aver rispettato soprattutto le sensazioni che dà questo pezzo. Penso realmente di esserci riuscito, e allora tutto il resto non conta, come dice il titolo del pezzo originario.
E chi se ne frega
Lo so che il tempo lo sa
che siamo nascosti qua,
in fuga dalla realtà,
e chi se ne frega.
L’iguana dei passi tuoi,
il tuo inguine di viva orchidea,
dove annegano gli occhi miei
e il tempo si ambigua.
Io da qui non mi muovo più,
abbracciato a una cruce, tu,
mentre il sole riallaga il blu,
e chi se ne frega.
Voglio quello che vuoi tu,
voglio il tempo che non ho
e l’avrò!
Il tempo ai cani e la polizia,
spara ansia e dietrologia,
fa che insegua la nostra scia,
e chi se ne frega.
Io da qui non mi muovo più,
neanche se te ne andassi tu,
su quest’erba che guarda in su
e sembra che prega.
Voglio quello che tu vuoi,
voglio quello che vorrai,
voglio vivere di più,
voglio il tempo che non ho
e l’avrò, sì!
Lo so che il tempo lo sa
che siamo nascosti qua
e se vuoi ci raggiungerà,
ma chi se ne frega!