Avessi descritto il disco dei Lùnapop quando uscì nel 1999 mi sarei limitato a citare pedissequamente il commento del Ragionier Ugo Fantozzi sulla Corazzata Kotiomkin e mi sarei meritato gli agognati novantadue minuti di applausi senza problemi. Certo, all’epoca avevo quindici anni, ascoltavo solo un genere musicale e sputavo per terra atteggiandomi a punkabbestia, ma per fortuna i tempi cambiano (o no?). In realtà oggi, che ho ormai passato i trenta, il mio giudizio sui Lùnapop rimane invariato, salvo alcune piccole osservazioni, forse influenzate dalla produzione solista di Cesare Cremonini, che qui a soli 19 anni scrive e arrangia da solo quasi tutti i brani con una chiara visione di che cosa voleva realizzare.
Inutile perdere tempo ad analizzare i testi con la loro patina zuccherosa e glassata ricolma d’amore adolescenziale, che possono causare crisi iperglicemiche già dopo il primo ascolto, ma in ogni caso perfette per conquistare il mondo in modulazione di frequenza e far allargare le cosce delle compagne di classe del liceo. Ci concentriamo quindi sugli arrangiamenti, figli del britpop che in quegli anni andava forte e che aveva fatto proseliti anche tra le voci del bel canto italiane (tanto che uno come Daniele Groff costruì una carriera come imitatore non ufficiale degli Oasis).
L’innegabile influenza British si sente soprattutto nella prima metà dell’album, guarda caso quella contenente tutti i sei singoli (pubblicati in ben tre anni), primo fra tutti “Un giorno migliore”, a mio avviso la canzone più bella del disco che, senza vergogna, è tra le canzoni da spiaggia che adoro suonare, seguito da “Qualcosa di grande” che fu il vero successo del gruppo. Come dimenticare poi le note saltellanti di “50 Special”, o la ninna nanna di “Vorrei”, resa fastidiosamente famosa grazie alla campagna pubblicitaria di una nota compagnia di telefonia mobile; o “Se ci sarai” il brano più Oasis del lotto, scritta e cantata dal batterista Alessandro De Simone (successivamente reincisa con la voce di Cremonini per la versione “Special 2000” dell’album). Il brano meno convincente è invece “Resta con me”, blando tentativo di creare una ballata dallo stile più cantautoriale, ma che scivola tristemente nei ritornelli delle canzoni da messa.
Tolti di mezzo i singoli la seconda metà dell’album per certi versi è la più interessante, grazie a brani come “Metrò” e “Questo pianoforte”, che lasciavano sperare in una possibile maturità per le future produzioni, o per la ballata “Niente di più”, con cui assaporiamo un ottimo accompagnamento e un buon testo. Il resto sono meri riempitivi che lasciano solo un sgradevole ricordo come pallide brutte copie dei brani meno riusciti del Cesare Cremonini solista.
Quello che rimane sono i due brani inediti nella ristampa “Special 2000”: “La fiera dei sogni”, l’ennesima ballata triste a sfondo ottimistico, e “Walter ogni sabato sera è in trip”, canzone che avrebbe assolutamente dovuto essere inclusa nella versione originale del disco; come non citare poi la traccia fantasma: una bambina che interpreta un estratto de “Il pagliaccio”, brano che sarà poi inserito nel terzo album solista di Cesare Cremonini “Il primo bacio sulla luna”.
I Lùnapop lasciano in eredità solo un album mediocre ma vendutissimo (ha da poco superato il milione e mezzo di copie), ma con canzoni giuste uscite al momento giusto con il suono giusto per il pubblico giusto. Insomma una grossa botta di culo arrivata forse anche grazie al titolo ironico “…Squérez?”, che in parole povere vuol dire merda. Che ci piaccia o meno, un gruppo sconosciuto che arriva in cima alle classifiche con il disco di debutto intitolato “merda” è una cosa bellissima.



Nonostante le dichiarazoni rilasciate all’epoca (“Non c’e’ alcuna intenzione da parte di nessuno di noi di sciogliere i Lùnapop, il mio sogno è avere una band che duri tutta la vita, sarebbe bello ritrovarsi anziani tutti insieme. Anzi, confermo che finché sarò vivo io ci saranno anche i Lùnapop”, Cesare Cremonini, 2001, fonte adnkronos) il leader decise di far affondare le nave a favore di una promettente e più interessante carriera solista (non che ci volesse molto), accompagnato dal fedele Nicola “Ballo” Balestri, il bassista del gruppo, da tutti additato come il cane da compagnia del Cesare, probabilmente vero ma fu l’unico del gruppo che fiutò le potenzialità del cantautore e la possibilità di assicurarsi una carriera come musicista.
…e gli altri lùnapoppettari che fine hanno fatto? Il batterista Alessandro “Lillo” De Simone e il chitarrista Gabriele Galassi nel 2008 lasciano una debole traccia di sé, pubblicando con il terribile nome di Liberpool un album dall’improponibile titolo di “LP” (nemmeno fossero i Public Image Ltd). Vi lascio immaginare come sia andata.
Tracklist:
01. Qualcosa di grande
02. Un giorno migliore
03. 50 Special
04. Resta con me
05. Vorrei
06. Se ci sarai
07. Metrò
08. Niente di più
09. Cara Maggie
10. Zapping
11. Questo pianoforte
12. Silvia stai dormendo
Bonus track nella versione “Special 2000”
01. 50 Special (unplugged)
02. La fiera dei sogni (inedito)
03 Niente di più (live)
04. Questo pianoforte (live)
05. Vorrei (live)
06. Walter ogni sabato è in trip (inedito)
07. Un giorno migliore (quiet)