Cosa Succederà alla Ragazza (1992)
Passano altri due anni e la vena prolifica della coppia Panella-Battisti non solo non si placa ma non vede alcun calo di tono. I due proseguono imperterriti nonostante le vendite siano un pallido ricordo dei fasti di un tempo e il pubblico inizia a rimpiangere il vecchio compagno d’avventure Mogol, tanto che alle voci di una possibile riconciliazione tra quest’ultimo e il cantante reatino tutti sperano nella futura uscita di un lavoro che ricalchi i successi del passato con le sue atmosfere semplici e cantabili. Questo non accadrà mai e l’uscita di “Cosa succederà alla ragazza” nel 1992 afferma invece che il sodalizio con il nuovo paroliere è saldo e dà frutti sempre migliori.
Prodotto stavolta da Andy Duncan (ha lavorato tra gli altri con Wham!, Robbie Williams e Pet Shop Boys tanto per citarne qualcuno) e con in copertina le semplici iniziali “C.S.A.R” scarabocchiate a mano, il disco vira ancora in maniera più estrema su sonorità che spaziano dall’elettronica quasi ballabile della title track al dub di “Ecco i negozi” (che vede anche alcuni punti di solo parlato) e “Però il rinoceronte”, fino a echi di quasi-rap in “Cosa farà di nuovo” .
Il tutto però stavolta giostrato con melodie più orecchiabili del solito e strutture che riportano a una costruzione più ordinaria dei brani. Fra tutti spicca “La metro eccetera”, forse il brano più tradizionale di tutti quelli contenuti nei dischi bianchi con il suo bel testo più comprensibile del solito che parla dei viaggiatori di un vagone della metropolitana e della loro solitudine con versi come:
La metro, i seduti di fronte
sono semplicemente gli avanzati
dal viaggio precedente
che andava dove vanno
tutti i presentimenti, eccetera
Curiosamente, di questo brano ne farà una cover raccolta in un tributo a Battisti Max Pezzali (unica canzone su due CD del periodo “panelliano”).
Tracklist:
A1. Cosa succederà alla ragazza
A2. Tutte le pompe
A3. Ecco i negozi
A4. La metro eccetera
B1. I sacchi della posta
B2. Però il rinoceronte
B3. Così gli dei sarebbero
B4. Cosa farà di nuovo
Hegel (1994)
Sono molti i richiami alla vita e al pensiero del filosofo tedesco che si possono riscontrare tra i versi dei bellissimi brani, ora più che mai perfetti e che riescono a far combaciare perfettamente le sue due anime discordanti: melodia e ostilità. È il caso della title track come di “Estetica”, “Tubinga” (il nome della città dove Hegel visse e insegnò) e il capolavoro “La bellezza riunita”, ma si devono menzionare anche le ottime “La moda del respiro” e “La voce del viso” tra le canzoni più riuscite che fanno di questo album una vera perla. Canzoni strabordanti di ritmiche incisive da musica elettronica, computer e suoni freddi e testi ancor più che mai complessi ma suggestivi. Quei testi che, per tutta la durata della loro collaborazione, Lucio leggeva e giudicava perfetti se non ci capiva niente.
“Hegel” ha il compito di chiudere il cerchio sulla sua straordinaria carriera artistica. Già subito dopo la pubblicazione Panella dichiarò che sarebbe stata la sua ultima collaborazione con il cantante. Seguirono quattro anni di silenzio totale conditi da voci di alcuni inediti scartati dalle pubblicazioni dei dischi precedenti, una nuova collaborazione con Mogol e addirittura la presunta esistenza di un disco mai pubblicato e conosciuto tra i fan e gli addetti ai lavori con il nome di “Postumo”.
Tracklist:
01. Almeno l’inizio
02. Hegel
03. Tubinga
04. La bellezza riunita
05. La moda nel respiro
06.Stanze come questa
07. Estetica
08. La voce del viso
Purtroppo Lucio Battisti è scomparso il 9 settembre del 1998 e la sua morte è stata avvolta nello stesso silenzio che aveva accompagnato la sua vita negli ultimi 18 anni, lontano dalle luci del palcoscenico, dai media e dal pubblico. Un silenzio che ancora oggi avvolge la sua figura in quanto la famiglia, proprietaria delle edizioni musicali, è restia a cedere autorizzazioni e approvazioni a qualunque iniziativa riguardante la commemorazione della sua musica, siano esse cover dei suoi brani, festival, pubblicazione del catalogo musicale su internet.
La sua musica tuttavia oggi è ancora più viva e celebrata che mai. Ovviamente è il periodo con Mogol quello che fa più incetta di ricordi, celebrazioni nostalgiche tanto care a Carlo Conti o prodotti copia carbone come gli Audio 2, mentre “il periodo bianco” spesso o non viene capito oppure viene liquidato frettolosamente come cervellotico. In realtà questi album rivelano tutto il coraggio di un artista (sicuramente privilegiato da ricchezza, fama e forza contrattuale) che rinunciò alla visibilità, alle classifiche e alle alte vendite per poter semplicemente fare quello che desiderava: sperimentare, scoprire nuove soluzioni musicali ed essere coerente con se stesso senza condizionamenti da quel mondo esterno da cui era faticosamente fuggito.