Lollipop - Batte Forte

Batte forte: la hit stonata delle Lollipop a Sanremo

Ultimo aggiornamento:

Siamo nel 2002 e il Festival di Sanremo vede il trionfo di Messaggio d’amore, una mazurka degna della sagra dello gnocco fritto, interpretata dall’orchestra spettacolo Matia Bazar. Davvero incredibile se si pensa che in gara c’erano pezzi come Salirò di Daniele Silvestri, Dimmi come di Alexia, La mia canzone di Mino Reitano e questa Batte forte delle Lollipop.

Lollipop Batte Forte

Le nostre Spice Girls all’amatriciana si formarono nel 2000 grazie a Popstars, primissimo talent show di casa Mediaset che selezionò cinque giovani cantanti offrendo in premio la possibilità di registrare un intero album.

E fu così che il loro primo singolo Down Down Down vinse addirittura il disco di platino nel 2001, una dimostrazione in più quanto il pubblico italiano sia facilmente lobotomizzabile.

Il 2002 doveva essere l’anno della svolta: sul palco dell’Ariston, le Lollipop avrebbero finalmente raggiunto la pubertà artistica. Davanti a circa 16 milioni di spettatori, le nostre diedero vita a quello che sarebbe stato lo spettacolo più imbarazzante della loro (breve) carriera, e di quell’edizione del Festival di Sanremo.

Le cinque squinzie (Marcella, Marta, Veronica, Roberta e Dominique), munite di microfonini alla Ambra, si esibirono in un balletto studiato presumibilmente dallo stesso coreografo dei mitici Ragazzi Italiani. E, troppo concentrate sulle elementari mossette da eseguire, dimenticarono che a Sanremo, in teoria, quello che conta è la canzone. Eseguirono così l’intero brano completamente fuori tempo e ciascuna in una propria tonalità scelta sul momento …E poi qualcuno si ostina ancora a osteggiare il playback!

Alla fine dell’esibizione le ragazze vennero fischiate dall’intera platea e, nel giro di poche ore, l’MP3 della loro esibizione live divenne un must have per il popolo di internet. Per le successive esibizioni delle Lollipop, la loro manager impose alcune modifiche al pezzo, facendo eliminare i vocalizzi più complessi. Il risultato non cambiò poi molto nonostante la semplificazione. «Sono giovani e l’emozione ha giocato brutti scherzi» si disse a loro discolpa. Contando che le Lollipop erano reduci da un tour la scusa non resse molto. E poi se parliamo di giovane età che dovremmo dire, allora, dei Gazosa?

Il brano arrivò penultimo nella classifica finale (solo Omar Pedrini riuscì a fare peggio di loro, conquistando l’ultimo posto) ma le vendite del singolo non furono affatto deludenti, risultando tra i più venduti dell’anno. Batte forte in fondo è il classico brano disco-pop infantile come tanti altri, forse più brutto di tanti altri. Il testo racconta la solita storiella delle cinque ragazze che combattono per ottenere successo e amore. Insomma nulla di cui valga la pena parlare.

Lollipop Batte Forte
Le 5 Lollipop

Dopo un successivo album che raggiunsel’inebriante 75° posto in classifica le Lollipop decisero di staccare la spine lasciando un vuoto nei cuori delle adolescenti italiane.

Giusto per dovere di cronaca: qualche tempo dopo la conclusione del Festival si scoprì che Giancarlo Golzi, batterista dei vittoriosi Matia Bazar, era cugino del sindaco di Sanremo, nonché direttore artistico dell’Accademia della Musica, organo responsabile delle selezioni di cantanti e giurie. Il risultato era dunque pilotato! Invalidate tutto, in realtà avevano vinto le Lollipop!

Mostra Commenti (8)

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

  1. 5 stronzette con quel nome ridicolo (che in inglese significa bombolone), a cantare canzoni senza senso fatte di mossette, ed erano i fratelli miei a guardare quella stronzata di trasmissione, io le ho sempre odiate

  2. Mi piace il vostro blog e lo leggo spesso,ma devo evidenziare che molto spesso commettete degli errori in merito al risultato di classifica e di vendita di tanti brani che analizzate nelle vostre rubriche,non voglio citare i precedenti perche’ dovrei fare una ricerca,e ripeto ne ho notato alcuni…ma mi sono ripromesso che da oggi ve li segnalero’,giusto per dare a Cesare quel che e’ di Cesare.Detto cio ,Batte Forte delle Lollipop (nonostante il live mal riuscito) fu il terzo singolo piu’ venduto di Sanremo 2002 e rimase svariate settimane in classifica divenendo un brano molto popolare e trasmesso dalle radio….quindi le vendite deludenti perche’???Superarono le vendite di Renga,Matia Bazar (vincitori),Pravo,Tatangelo,Grignani,Ruggeri ecc ecc… https://it.wikipedia.org/wiki/Festival_di_Sanremo_2002

    1. Manur ha pienamente ragione.
      Tutti sempre a denigrare questo fenomeno Lollipop, quando invece resta l’unico prodotto degnamente POP della discografia italiana. Il loro primo disco è un perfetto prodotto pop internazionale, però se lo cantano 4 ragazzine italiane deve far cagare, vero? Se lo canta un gruppo straniero formato da una di colore, una bionda, un’asiatica, una rossa ecc… invece raggiunge le classifiche ed è degno di esistere.
      La musica delle Lollipop non era molto diversa da quel pop internazionale che girava ad inizio millennio, anzi, ne era perfettamente in linea. Solo che siamo italiani, gelosoni, invidiosi e sparloni, quindi ci si chiede sempre: “Ma dove vogliono andare?!”
      I loro testi banali? Avete mai ascoltato i primi album di Britney Spears, sono dello stesso periodo e i testi non sono certo pezzi di letteratura. Le Destiny’s Child? Si salvano perchè sono americane, secondo voi… Le Girls Aloud, che sono il corrispettivo UK delle Lollipop (uscite da Popstars anche loro) hanno venduto un sacco, le No Angels (tedesche) anche… la loro forza? Non sono italiane.
      La musica pop non è solo voce, ma è soprattutto prodotto, e immagine.
      Che vi piaccia o no sono l’unica girl band del nostro paese che ha saputo fare qualcosa di diverso.
      Il loro unico grande errore è stato questo Sanremo.

      L’Italia pop si merita solo Emma Marrone, Laura Pausini, Alessandra Amoroso e la gente uscita da X Factor… loro si, che sono fighi…

      1. L’Italia pop si merita solo Emma Marrone, Laura Pausini, Alessandra Amoroso e la gente uscita da X Factor… loro si, che sono fighi…
        io direi che al confronto di queste è figa anche mariagrazia impero…

      2. Beh le Girls Aloud restano un caso più unico che raro in quanto completamente costruite a tavolino (come dici tu, uscirono dal programma Popstars: The Rivals), tuttavia con una discreta longevità (5 album e 2 greatest hits in 10 anni) e soprattutto con successo di pubblico e di critica – almeno nel Regno Unito, dove negli anni 2002-2012 erano un’istituzione. Detto questo ovviamente dietro c’era uno sforzo di produzione mirato e innovativo (almeno nell’ambito delle girl bands), con canzoni dalle strutture insolite (ritornelli che arrivavano dopo due minuti e passa, svariati bridge prima dei suddetti) abbinate a testi spesso nonsense ma raramente scontati (una su tutte, la canzone Biology). Anche in termini di presentazione c’era dell’impegno, vedi la trasformazione da burinotte coi vestiti delle bancarelle al tempo del primo album a vamp sofisticate (quando aprivano bocca era un altro conto) per gli album successivi.
        Tutto questo papiro per dire che non me le puoi mettere sullo stesso livello delle Lollipop. Magari messe in mano a una squadra di produzione differente le Lollipop avrebbero potuto prendere un’altra piega, chissà.
        Quanto al pop italiano, le tanto denigrate Paola & Chiara avevano, a mio avviso, fatto molto meglio delle Lollipop (vedi la fase 2000-2005). Nulla di trascendentale in termini di contenuti, ma era pop validissimo e diverso da altri prodotti internazionali solo perché cantato in italiano (sul loro disco in inglese mi trincero dietro un ‘no comment’).

SUPPORTACI

Ti piace Orrore a 33 giri? Abbiamo voluto essere sempre indipendenti e per questo non abbiamo pubblicità sul sito. Se vorrai puoi aiutarci a sostenere le spese di hosting con una piccola donazione su Ko-Fi o PayPal. Grazie!

SEGUICI QUI

SUPPORTACI

Orrore a 33 giri è sempre stato un progetto indipendente e per non avere padroni non abbiamo pubblicità sul sito. Per questo, se ti piace quello che leggi, ti chiediamo una mano, se vorrai, con una piccola donazione per sostenere le nostre spese di hosting. Potrai farla su Ko-Fi o PayPal.

GRAZIE MILLE