Gli anni a cavallo del cambio di millennio sono stati un periodo perfetto per musica dance particolarmente disimpegnata e stupidotta: in discoteca aveva già spopolato il remix minimal-humour di “Estrangera” a firma Latin Aspects e stavano per approdare sia i The Lawyer con “I Wanna Mmm Mmm” che gli Exchpoptrue con il capolavoro disco-trash intitolato “La discoteca”.
Il momento storico ospitò inoltre il canto del cigno dello strapotere dato alle majors discografiche colpite del peer-to-peer e, più in generale, di tutta la cultura euro-americana colpita dai tristemente noti eventi dell’11 settembre.
Mettetevi nei panni di Paolo Galeazzi, produttore milanese di musica dance anni ’90 e remixer per hit quali “Eterna Divina” (Nikita) e “All I Need Is Love” (Indiana). Immaginate di avere appena visionato la videocassetta delle vacanze estive ’98 di un amico che, in un impeto goliardico, ha deciso di intervistare gente a caso sulla spiaggia e immaginate di aver sentito una di queste persone recitare testuali parole: “Vedi, che mi piace tutti li ragazzi italiano. Perchè sono vera-veramente bravo. Per fare amore.” e, non contenta, ribadire: “vera-veramente bravo”.
Non sapendo come si chiami la ragazza, le affibbiate un nome di fantasia: Lia de Bahia, però sapete che la sua intervista improvvisata vi ha fatto rotolare dalle risate. Ed anche che si trattava di una gnocca da paura.
Immersi nel florilegio di produzioni musicali che monopolizzavano radio e TV per la proposta dei nuovi tormentoni, vi trovate tra le mani il campionamento perfetto per quella che potrebbe diventare una nuova hit estiva.
https://youtu.be/4wOR7azJrAg
Non avete possibilità di scelta, bisogna solo trovare i giusti elementi per farla: un giro di basso funky, un ritmo con i quarti marcati da grancassa, una voce al vocoder per creare il gioco di botta e risposta con Lia e, colpo di genio, un riff al flauto. Questi ingredienti mixati insieme forniscono la base musicale per un inno festaiolo all’amore spensierato, sempre in bilico tra goliardia ed imbecillità, degno rappresentante di un tempo che, purtroppo, non tornerà ma che, come dimostrano queste righe, difficilmente verrà dimenticato.
Simone Caronno