La discografia di Leone Di Lernia è infinita e sconosciuta (probabilmente persino a lui stesso) per opinione comune: non fai in tempo ad aggiungere un disco alla tua collezione pensando che sia quello mancante, che subito ne spunta fuori un altro, a ricordarti che con Leone non si scherza.
Situazione ideale per noi di Orrore a 33 Giri, che amiamo le sfide impossibili: per assecondare la nostra fame di completezza, le nostre orecchie d’acciaio, ma soprattutto la vostra sete di inascoltabile, quest’oggi iniziamo, in maniera rigorosamente casuale, a costruire tassello dopo tassello la discografia di Leone Di Lernia, e chiediamo ufficialmente un Guinness World Record nel caso in cui si riesca a completare il lavoro, prima che iniziamo a parlare pugliese per osmosi.
https://www.youtube.com/playlist?list=PLZIuE-cc37xL74Wpco_LbcH2qQFVlVEo2
Oggi vi presentiamo “Padron Pensaci Tu” del 1983, edito dalla Duck Records; dalla copertina emerge urgente una prima considerazione: Leone Di Lernia è identico a Peter Griffin! (Nell’aspetto sicuramente, e anche un po’ nella voce). Precisazione espletata, andiamo ad analizzare la tracklist del disco, che segue la formula classica “pezzi in pugliese e pezzi in italiano”, formula che ha sempre accompagnato Leone, persino nell’infelicissimo (ma non nelle vendite) periodo delle parodie-dance anni ’90.
Rispetto al periodo “Te Si Magnate La Banana” però, qui i pezzi sono tutti originali e dotati di un innegabile groove. Inoltre il registro utilizzato è quello della canzone ironica, a volte autoironica (come in “I Guai Della Bellezza”), spesso permeata di critica sociale (come nella title track “Padron Pensaci Tu”, in “Carcerato” o in “Caro Giornale”): insomma, in qualche modo il nostro Leone all’epoca era un cantautore completo!
So che faticate a crederci, quindi ecco qualche esempio di arguzia autoriale:
“O padron dagli occhi buoni
fai morir tutti i terroni
o padron dagli occhi belli
fai crepare solo quelli
mio padron pensaci tu
fai che non ne nascan più
fai che di terronacci
più non ne rimanga traccia
nella tua grande saggezza
fai che vadano in monnezza
fai che vadano giorno e notte
ogni momento a farsi fotte”
O ancora, da “Il Metadone”: “Nella nostra società / per essere più in voga / è necessario che si usi / anche la droga / per poi poterne parlare / e infine teorizzare / dove quando come fare / per poterla eliminare / il metdaone il metadone / è un argomento in questione”, tutto questo su ottime basi rhythm and blues, funky, rock’n’roll, disco music e c’è persino il blues di “Non Mi Puoi N’gastrè”. A chiudere il disco, un gioiellino che brilla di luce propria: “Disco Fred”, ovvero 7 minuti di medley di Fred Buscaglione in chiave discomusic, il tutto cantato da Leone, ovviamente! Mai più senza.
In conclusione, “Padron Pensaci Tu” non sarà un disco di platino, ma è un prodotto ottimo e fruibile a distanza di 25 anni. La domanda che viene da porsi a questo punto è: Leone, PERCHÉ? Perché “Cumba Giuan”, “Te Si Magnato La Banana”, perché “Lo Zoo Di 105“? Eri un artista stimato, magari non ricco e famoso, ma avevi buone potenzialità, e le tue canzoni erano intelligenti! No… Ma no… No dai, Leone, non ti offendere, siamo stati troppo duri con te, vieni qui, cantaci ancora una volta “Lalalì Lalalà, Pesce Fritto e Baccalà”, facce ride.
Tracklist:
01. Padron Pensaci Tu
02. Spremi Spremi
03. Non Mi Puoi N’Gastrè
04. Vierno
05. I Guai Della Bellezza
06. Liberazione
07. Carcerato
08. Stratina
09. Il Metadone
10. Caro Giornale
11. Disco Fred