Leone Di Lernia - Il Gran Porcello (2001 - CD)

Il Gran Porcello ci regala un Leone Di Lernia in ottima forma

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Leone Di Lernia - Il Gran Porcello (2001 - CD)

Signori: o Leone Di Lernia era un genio o tutti noi siamo degli emeriti imbecilli. Questa persona è riuscita a trasformare il nulla in (tanti) soldi. Cantante fallito (chi si ricorda “Leone Di Lernia e la sua New Rock Band”?), presenzialista in qualsiasi infima trasmissione TV, esegeta del nulla e quindi rigorosamente personaggio pubblico.

Inizialmente relegato a “fenomeno da baraccone” con le sue versioni dei successi dance del momento (spocchiosamente definito “trash” da chi poi faceva la fila in discoteca per vedere i suoi spettacoli!) è stato riscoperto da Radio 105 con la trasmissione Lo Zoo di 105, ideata da Marco Mazzoli, che tra insulti, querele, rutti e scoregge lo fa apprezzare al grande pubblico (la trasmissione radiofonica nonostante la sua volgarità era la più seguita nella sua fascia oraria).

Nel 2001 grazie all’enorme successo della folle trasmissione viene pubblicato questo disco che, personalmente, ritengo sia il migliore mai partorito dal cantante pugliese. Come nella tradizione “dilerniana” i brani sono rivisitazioni in chiave comica/demenziale di famose canzoni dance, ma questa volta (quasi) tutto funziona alla grande. Le prime sei canzoni sono un concentrato di divertimento, (auto)sputtanamento, delirio e demenzialità, metre il virtuale “lato B” ha qualche segno di cedimento come “u gatt è murt” (veramente brutta), “è una pernacchia” (non troppo riuscita) e la delirante “dici ca si spagnola” (unico pezzo originale), ma contiene uno dei pezzi più belli del disco ovvero “San pagano”, un polemico punto di vista sul festival di Sanremo.

Tracklist:
01. Pappagallo
02 .Chinotto
03. Sur water
04. Pulisci
06. Mucca paz
07. U gatt è murt
08. Il gran porcello
09. E’ una pernacchia
10. San pagano
11. Dici ca si spagnola

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  1. già, alfiere del cattivo gusto più basso e programmatico, bisognava proprio che qualcuno lo ritirasse fuori per consacrarne l’arte di fronte al mondo interno (beh, più o meno…)
    lo scurrile Leone pugliese sa far ridere e gli intenti satirici quà e là non cadono a vuoto.
    macchiete gay-televisive (cfr. “Tu sei gay” e “Ma che figo sono”, riuscitissime secondo me), deliri autorefernziali (“Un Leone su Marte” !!!) o mangerecci (“Chinotto”, “Melanzan” che più sciocca non si può) e rifacimenti discotecari che ricalcano il nulla col nulla (“Giuan… Short dick man”, “L’Elettrauto”, sopraffine!): cosa si può chiedere di più? Auzz…

  2. Molto brutto, sporco e cattivo, e quindi disgustosamente affascinante.
    Ho sentito “Maccarone” e, al di là delle volgarità e delle schifezze assortite nel testo, l’ho trovata molto più godibile e intelligente dell’originale.
    Un po’ troppo scorreggione persino per i miei gusti, ma ho sentito artisti più “seri” fare di peggio.

  3. penso che dovresti rileggere il post.

    invidia de che? penso che non hai capito nulla anche se mi pare di avere scritto in un comprensibile italiano.

    in ogni caso ricambio l’invito

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