Nostalgie
Sarà l’età, ma ormai mi lamento sempre più spesso di quanto più belli fossero la musica, il cinema, la televisione di una volta. Una volta… quando chi aveva l’età che ho io adesso, si lamentava dei tempi moderni, ricordando quanto più belli fossero i suoi tempi (che capitavano essere quelli in cui s’indossava la divisa d’orbace e si faceva il saluto romano…). La differenza sostanziale, rispetto ai nostalgici di un tempo, è che io mi lamento esattamente per le ragioni opposte, ovvero non rimpiango ordine, disciplina e camicie nere, bensì la fantasia, la creatività, la libertà e soprattutto il colore che, in un periodo particolarmente florido com’è stato quello degli anni settanta, si potevano godere nei media, prima della decadenza in cui versano oggi.

La televisione italiana degli anni settanta è stata un’esplosione di inventiva, creatività e originalità, in cui si osava molto, finendo anche per provocare scandali e censure. Cose che oggi si danno per scontate e che, forse, non scandalizzano nemmeno più (Stryx, Odeon – Tutto quanto fa spettacolo, Non Stop), ma che neanche nessuno sarebbe più in grado di creare. Una televisione che alla fine del decennio ha il coraggio di proporre una sconcertante sarabanda domenicale in fascia pomeridiana che porta il nome de L’altra domenica.
Il programma, ideato e condotto da Renzo Arbore, è qualcosa di talmente fuori dai canoni e innovativo, non solamente per la freschezza e la generosità di personaggi che propone (tra i quali un Roberto Benigni senza freni, sgangherato e nonsense, assai lontano dal personaggio patetico a cui è ridotto ai giorni nostri), ma anche perché lo fa in quella fascia pomeridiana domenicale normalmente dedicata a programmi nazionalpopolari come Domenica in… che infatti va in onda sul Primo Canale e a cui L’altra domenica si contrappone, venendo trasmessa dal Secondo Canale, oggi Rai 2.
Le Sorelle Bandiera



All’interno della trasmissione di Renzo Arbore, effetto particolarmente dirompente lo ha un trio di drag queen, tre uomini che recitano en travesti. Stiamo parlando delle straordinarie Sorelle Bandiera, che si formano grazie all’incontro tra Tito LeDuc, Neil Hansen e Mauro Bronchi.
Il primo è un messicano di piccola statura, nato con la voglia di fare il ballerino, ma dovutosi ripiegare sull’attività di coreografo. Indossa una parrucca bionda e imita Marilyn Monroe (ma senza somigliarle per niente) o più genericamente la fatalona platinata dei film degli anni quaranta e cinquanta. Tito LeDuc (al secolo Adolfo Manzano Muñoz) arriva in Italia nei primi anni sessanta e prende parte a una decina di pellicole, tra le quali personalmente lo ricordo soprattutto nella parte di uno dei due camerieri gay di quel piccolo capolavoro che è Dove vai tutta nuda?.
Il secondo, Neil Hansen, interpreta la sgambata ginger head del gruppo, indossando una parrucca rossa e svettando sulle altre due per la sua altezza. Hansen è un modello australiano che all’inizio degli anni settanta si trasferisce prima a Londra e poi, irresistibilmente attratto dal nostro paese, finisce a Venezia, dove si mantiene facendo il ritrattista in piazza San Marco. Qui incontra la giornalista Milena Milani, che lo spinge a trasferirsi a Roma, dove lo introduce nel mondo del cinema, facendolo partecipare all’erotico-esotico del 1974 Noa Noa (bella la colonna sonora composta da Augusto Martelli, sul genere della precedente Il dio serpente), e a Io, Caligola di Tinto Brass, sul cui set conosce Tito LeDuc.
Il terzo componente del trio è Mauro Bronchi, che impersona la brunetta tutta pepe. Italiano originario di Spoleto, mimo e attore di teatro, spesso figurante nelle opere liriche inscenate al Festival dei Due Mondi, Bronchi incontra casualmente Hansen nella sua città natale, entrando a far parte dell’esordiente formazione che non ha ancora un nome.
I tre adottano uno stile retro anni ’40, rifacendosi agli ensemble corali femminili statunitensi del periodo bellico, che cantano canzoncine easy listening e vengono trasmessi dalla radio. Il trio inizia la propria carriera con uno spettacolo dal vivo intitolato Carousel 77 con il quale si esibisce, parodiando la réclame di Carosello, a L’alibi, storico locale gay di Roma, che però viene frequentato un po’ da tutti quelli che sono in vena di trasgressioni, compresi moltissimi VIP, tra cui Renzo Arbore e l’allora sua compagna Mariangela Melato. Arbore scopre così il talento e il colore delle tre e le vuole con sé nella nuova trasmissione televisiva che sta appunto per andare in onda sul Secondo Canale.
L’altra domenica tu e me
Arbore sceglie anche il nome del trio, traendo ispirazione dai Fratelli Bandiera di scolastica memoria e sfruculiando così la retorica propagandistica littorio-risorgimentale italiana. La bandiera americana, indossata da Le Sorelle Bandiera in origine, diviene quindi quella italiana, mentre al sapore swing d’Oltreoceano viene aggiunta una patina di “telefoni bianchi”.
https://youtu.be/1u_uszQ6jCw
La trasmissione frutta a Le Sorelle Bandiera un grande successo mediatico e anche teatrale, dato che le porta a esibirsi in ben 300 spettacoli l’anno. L’altra domenica diventa così il debutto discografico del trio venendo inciso per la Cetra, etichetta originalmente dell’emittente di stato su cui negli anni settanta venivano sovente stampate le sigle delle trasmissioni televisive.
L’altra domenica tu e me
La settimana senza di te
non passa mai credi a me
ma poi domenica arriverà
e troveremo la felicità
L’altra domenica
L’altra domenica
L’altra domenica,
L’altra domenica tu e me
Purtroppo le fonti sono piuttosto scarse e la mia memoria non aiuta di certo, ma la copertina del disco ci informa che questo brano era la sigla della trasmissione televisiva, mentre altre altre sigle risultano essere la successiva Fatti più in là (sigla finale) e lo scatenato rock ‘n’ roll All Nite Long di Ruben & The Jets (sigla iniziale), che peraltro pare aver goduto di tanto successo solamente in Italia. Quindi probabilmente L’altra domenica è stata la prima sigla della trasmissione, rimpiazzata poi dalla più estroversa e coinvolgente Fatti più in là, canzone con cui si identificano Le Sorelle Bandiera.
https://youtu.be/kyMyRknBfaI
Retro del 45 giri è invece Bella come me non hai avuto mai nessuno, canzoncina dal ritmo fox trot, composta appositamente da Adriano Fabi, in arte Cashin, che diverrà in quegli anni il compositore di tutti i brani del trio. Il testo, anche in questo caso, è sempre opera del “patron” Renzo Arbore. Canzone di sapore squisitamente retro che sembra uscire dai microfoni dell’EIAR degli anni trenta, quasi fosse un brano del Trio Lescano, ci offre uno di quei tipici testi sbarazzini che la vena compositiva di Arbore ha saputo regalarci durante la sua carriera discografica (si ascolti per esempio il suo primo album del 1981 Ora o mai più, ovvero cantautore da grande) e che fa di questo il brano più originale partorito dal progetto delle Sorelle Bandiera.
Bella come me non hai avuto mai nessuno
Li conosco, sai, i tuoi vecchi amor… che cessi son!
“Oggi senza te io sì sarei pieno di donne”
Ma ti vedo già dar di mal di mar, come un can!
Perciò se vuoi stare con me, non far le bizze e stringimi al tuo cuor!
Baci come i miei non li hai avuti da nessuno
quando nell’amor io ti stringo e poi ti salto su,
festa pazza e poi ti graffio, son come una tigre
col suo Sandokan che la lotta fa, ma per amor!
Perciò se hai, fegato ancor, accetta questa sfida mia d’amor!
Gli arrangiamenti del singolo sono opera invece di Paolo Ormi, già collaboratore di Gianni Boncopagni e compositore e arrangiatore di innumerevoli dischi di Raffaellà Carrà. I cori qui vengono accreditati ufficialmente alle Baba Yaga, cosa che non accadrà mai più in seguito.
Fatti più in là, così vicino mi fai turbar
https://youtu.be/ncWeunVhckY
Fatti più in là è il brano birichino, molto camp e divertente, in cui le Nostre si esibiscono sempre attraverso la voce delle Baba Yaga, che qui però non vengono più accreditate. Memorabile il filmato che le ritrae sedute sugli scalini a spintonarsi finché una delle tre (Mauro Bronchi, la bruna) immancabilmente non cade gambe all’aria.
Fatti più in là – Uh Uh
Così vicino mi fai turbar
Fatti più in là – Uh uh
Così la testa mi fai girar
Quelle labbra che tu hai
Quella bocca che tu hai
Quell’odore che tu hai
Io lo so, per me son guai
Il disco viene pubblicato in ben due edizioni, entrambe su 7″ a 45 giri, che differiscono solamente per la copertina. Mentre la prima presenta un disegno caricaturale che dipinge le tre Sorelle Bandiera con ali angeliche tra le nuvolette, la seconda presenta invece una fotografia che le ritrae su quegli stessi scalini da cui intepretano il loro storico sketch televisivo.
https://youtu.be/7hfjCXVwHuE
Lato B del disco il brano No, io non ci sto, sempre composto e arrangiato da Adriano Fabi su testo di Renzo Arbore. È uno slow rock di sapore tipicamente anni cinquanta (non sfigurerebbe affatto all’interno di Grease), che racconta il definitivo crollo delle difese della virginale e ritrosa protagonista della canzone, inizialmente barricata dietro un muro di dinieghi, che alla fine, obnubilata dall’amore, fa cadere tutte le sue resistenze e si concede al suo corteggiatore.
Tutti mi dicono bella e mi squadrano da sotto in sù,
m’invitano in camporella e mi chiedono: “Ti va di far l’amore, tu?”
Io invece son quella che considera l’amor tabù,
non esco che con mia sorella, qualche volta con la mamma e dopo niente più.
Non sono innamorata di uno sporcaccione come te!
Conosco già la tua meta e quello che tu vuoi da me!
No, no, io non ci sto! Giù con le mani, non ci sto!
Con te da sola io, non ci sto! Ti ho detto che non ci sto!
L’importante è non farsi notare
La colonna sonora pubblicata dalla solita CBS e mai ristampata, facendola diventare oggi discretamente rara, è l’unico album di cui Le Sorelle Bandiera sono titolari, anche se vengono accreditate come Le Sorelle Bandiera & Co. per rimarcare il fatto che a cantare le canzoni era in realtà qualcun altro.
https://youtu.be/0ZKhgIXGMC8
Nell’LP, composto sempre da Adriano Fabi, ritroviamo i due brani contenuti nel singolo Fatti più in là e gli inediti: Rimmel & Cipria e Conga bandiera. Neil Hansen in prima persona, non doppiato e con la propria vera voce “maschile” ha qui la possibilità di intonare All My Life, brano che canta nel film seduto al pianoforte, seducendo la spia russa Sonia interpretata da Laura Trotter.
https://youtu.be/gQ1BLny-bvg
Dalla colonna sonora venne quindi estratto il loro terzo singolo Rimmel & cipria, uno dei migliori brani della loro discografia, forse addirittura più camp e più risqué di Fatti più in là. Su musica sempre di Adriano Fabri (ma questo è anche l’ultimo singolo che lo coinvolge), il trio (o meglio, le Baba Yaga) canta un testo scritto nientemeno che da Enrica Bonaccorti che gioca con allusioni glamour da fatalona anni trenta.
Dai ragazze adesso facciamo le cocotte
un po’ di belletto, il profumo e poi… Rimmel! Cipria!
Nessun uomo ci resisterà… Sì, sì, sì
Gli occhioni blu li sbatto in su e in giù
bionda di più di Marilyn Monroe.
Rossa si sa è una marcia in più,
gambe così tu non le hai viste mai!
La mia virtù è nera come me,
ti tiro su più di un buon caffè.
Vicino a me, nella mia intimità,
ti spoglierò senza pudor.
Ma tu chi sei, maga, strega o trappola d’amor?
Ma tu che vuoi, casa e chiesa o nido di piacer?
https://youtu.be/7AzeZIx0uEg
Sul retro del 45 giri troviamo il brano cantato da Neil Hansen e composto sempre da Fabi su testo in inglese di Charlie Cannon. Sulla copertina invece un fermo immagine del film dove le tre cantano proprio il brano Rimmel & cipria nella loro camera d’albergo dopo essersi “frettolosamente” vestite e truccate, mentre sul retro c’e solo una semplice fotografia di Neil Hansen.
Sumus in Ibiza a suon di italo disco
Inaspettatamente nel 1984 arriva il quarto e ultimo reperto sonoro del gruppo, quel Sumus in Ibiza, non a caso il meno conosciuto. Un 45 giri pubblicato dalla casa discografica Venus che racchiude due brani elettornici scritti da Paolo Rustichelli, figlio del ben più noto compositore Carlo e fratello di Alida Chelli, già musicista progressive, jazz e compositore di colonne sonore caratterizzate da tappeti di synth, come ad esempio Amici miei – Atto III e Il petomane, oltre a vari erotici degli anni novanta. Noi vogliamo ricordarlo però come Jay Horus, autore di Muscolo rosso e di tutti i brani di Ilona Staller/Cicciolina degli anni ’80.
https://youtu.be/kVNB19VnxrY
Un netto ribaltamento di genere rispetto al precedente stile cabarettistico, quasi da café chantant, che da sempre caratterizzava Le Sorelle Bandiera ma la più grossa differenza rispetto al passato è che qui per la prima volta le tre drag queen cantano con le loro vere voci! Le Baba Yaga, infatti, s’erano nel frattempo sciolte e la scelta, forse un po’ folle, forse un po’ geniale, fu quella di non cercare delle sostitute, ma cantare in prima persona due nuovi brani in falsetto, con Tito LeDuc che intona, con voce baritonale, una parlata da compassata diva del cinema (sullo stile di Tina Lattanzi, la “voce” italiana di Greta Garbo, per intenderci).
Sumus in Ibiza, ah ah
Sumus in Ibiza ¡Amigos!
Sumus in Ibiza, ah ah.
Sumus in Ibiza ¡Que caliente!
https://youtu.be/IQoEjWIeg70
Mentre Sumus in Ibiza non desta particolare entusiasmo all’ascolto cercando di sfruttare di riflesso i successi italo disco in lingua spagnola dei Righeira, il retro del disco Plastic Nights è invece un brano maggiormente orecchiabile e divertente, dove le Nostre si divertono ancora una volta a fare le fatalone mangiauomini.
Suona un boogie woogie
e poi un lento soft,
un rock ‘n’ roll, un mambo.
Batti il tempo, dacci dentro,
sei un pupazzo senza amore,
mi fai fare il girotondo,
pazzo macho senza cuore.
Senza amore
è come vivere senza sole.
Se vuoi una bambola nera,
se vuoi una bionda e una strega,
chi se ne… chi se ne…
Frega! Frega! Frega!
Questo non è proprio tutto perchè in realtà Le Sorelle Bandiera con o senza le Baba Yaga hanno cantato anche altre canzoni che però non vennero mai pubblicate.
La fine e la resurrezione in Australia



Alla fine degli anni ottanta Tito LeDuc, in parte per problemi di salute, ma in parte pare anche per contrasti con le altre due “sorelle”, viene sostituito da Franco Caracciolo. Rampollo di nobile famiglia, caratterista del cinema italiano in cui intepreta invariabilmente la macchietta della checca, politicamente scorretta e lontana dalla realtà, ma che lui, da omosessuale che aveva dovuto combattere a lungo per far accettare la sua natura al genitore radicalmente omofobo, si diverte a interpretare, forse anche come sberleffo nei confronti di chi tentò di reprimerlo in età adolescenziale. Caracciolo fa anch’egli parte della scuderia di Arbore, avendo interpretato in televisione l’ambigua Ragazza Coccodè in calzamaglia in Indietro tutta!, da cui era reduce al momento della sua adesione al trio delle drag queen. Tuttavia la formazione non tira ancora avanti per molto e nel 1992 si scioglie complice anche la morte di Caracciolo a seguito di complicazioni dovute all’AIDS.
Nel 2008 Neil Hansen e Mauro Bronchi grazie al successo del documentario italo-australiano Le favolose Sorelle Bandiera (The Fabulous Flag Sisters) riformano il trio con il ballerino Ronnie van den Bergh visto che nel frattempo anche Tito Leduc era scomparso. Dopo un tour di successo in Australia le nuove Sorelle Bandiera tornano ad esibirsi anche in Italia dove nel 2010 ricompaiono brevemente in TV a Che tempo che fa proprio dopo un un intervento dell’amico Renzo Arbore.



Le Sorelle Bandiera sono state un trio seminale che ha trasmesso a tutti la voglia di trasgressione e liberazione sessuale tipica degli anni settanta. Un simbolo anche per il popolo LGBT, che vi ha visto un esempio, forse non da imitare, ma sicuramente un segnale che le cose stavano cambiando e che era venuto anche per loro. Un’icona che ha lasciato una forte impronta nell’immaginario collettivo e la cui eredità non è andata perduta, se pensiamo ad altri gruppi similari, come ad esempio le Sorelle Marinetti, che hanno saputo raccogliere e fare proprio il messaggio lanciato da Le Sorelle Bandiera con le loro parrucche, i loro abiti sgargianti e la loro femminilità eccessiva.
Discografia
- 1978 – L’altra domenica (Rhum & Coca Cola)/Bella come me non hai avuto nessuno (Cetra, SP 1680, 7”)
- 1978 – Fatti più in là/No io non ci sto (CBS, CBS 6786, 7”, due versioni con copertine differenti)
- 1978 – Asha Puthli – Mr. Moonlight/Le Sorelle Bandiera – Fatti Più In Là (CBS – JC 124, 7” per jukebox)
- 1979 – Le Sorelle Bandiera – Rimmel & Cipria/Neil Hansen – All My Life (CBS, CBS 8023, 7”)
- 1979 – AA.VV. – L’importante è non farsi notare (Colonna sonora originale del film) (CBS, 84042, LP, accreditate come Le Sorelle Bandiera & Co.)
- 1984 – Sumus In Ibiza/Plastic Nights (Venus, VNS 44004, 7”)