Quando si pensa a Non è la RAI ci si dimentica che lo stesso schema fatto di una folla di ragazze più o (molto) meno talentuose piazzate tutte insieme a far caciara aveva già imperversato qualche anno prima sugli schermi italici, sebbene in altra collocazione e su altra rete.
La mano in fondo era sempre la stessa, quella di Gianni Boncompagni che nel 1987 prese le redini di Domenica in, storica trasmissione-contenitore ideata da Corrado nel 1976, che nei primi anni ’80 sotto la guida del solito Pippo Baudo divenne un punto fermo nei pomeriggi domenicali degli italiani e che nel corso delle diverse stagioni vide una girandola impazzita di conduttori e co-conduttori da far girare la testa: Lino Banfi, Toto Cutugno, Marisa Laurito, Edwige Fenech, Brigitta e Benedicta Boccoli, Pupo, Barbara D’Urso, Giucas Casella, Alessandra Mussolini, Roberto D’Agostino e Gigi Sabani.
Nelle vesti di regista Boncompagni non solo decise di rinnovare la scenografia con la famosa balconata sul mare, ma introdusse giochi telefonici e soprattutto chiamò ben 100 giovani fanciulle a fare principalmente da pubblico in sala e alle volte a improvvisarsi soubrette. In quegli interminabili pomeriggi in cui Domenica in imperava, tra i tanti riempitivi più o meno riusciti trovò uno spazio anche un gruppetto di otto ragazzine dal tragico nome di Le Compilations.
Le giovani di belle speranze Sabrina Marinangeli, Francesca Alotta, Nicky Nicolai, Daniela Santonocito, Gabriella Scalise, Fliavia Astolfi, Giada Manco e Cristiana Geniale intrattenevano le astanti e gli spettatori da casa coi loro siparietti musicali su basi preregistrate che verranno poi reciclate proprio nel successivo Non è la RAI.
Le nostre “Lollipop prima delle Lollipop” approdano all’Ariston a ranghi ridotti pur senza farsi mancare nulla; le quattro superstiti presentarono la loro Donne del 2000, un pezzo confezionato da Adelmo Musso, Alberto Giraldi, Sergio Rosolino e Valentino Perracino che ricalca il tema leggermente già sentito delle ragazze che si sentono donne eccetera eccetera, fatalmente predestinato a non lasciar traccia di sé, anche perché proprio quell’anno il Festival venne travolto da Sabrina Salerno e Jo Squillo con la loro terremotante Siamo donne.
A differenza delle Lollipop le Compilations vestono molto peggio e pure le mossette sono vagamente tremente… però come le Lollipop riescono a regalarci stonature sognanti, soprattutto quando, dopo il ritornello, la canzone sale inspiegabilmente di un’ottava strozzandole in eurovisione tutte e quattro. Nonostante tuto questo riuscirono ad andare in finale eliminando gente come il maestro Gianni Mazza con Il lazzo e i Timoria con la loro L’uomo che ride (vincitrice peraltro del premio della critica), ma non appena venne calato il sipario sanremese finì inesorabilmente la loro carriera, anche perché il loro creatore passò alla Fininvest lanciando Non è la RAI e il resto è storia.
https://youtu.be/6QRc2-KPnA0
Tra le formidabili otto Francesca Alotta avrà il suo momento di gloria sanremese proprio l’anno successivo quando, in coppia con Aleandro Baldi vincerà la categoria Novità con Non amarmi.
Giuseppe Sanna e Vittorio “Vikk” Papa