Negli anni ’80 il mito del maschio italiano era ancora vivo nell’immaginario femminile scandinavo; non c’era ometto d’italica nascita che non avrebbe sognato di fare un bel giretto in quel di Stoccolma per far strage di biondissime e disponibilissime fanciulle dalla parlata incomprensibile, ma dal fisico mozzafiato.
Non ci è dato però sapere che cosa richiamasse la parola Italia ai giovani vichinghi, oltre, ovviamente alla parola Mafia. Ecco quindi che arriva in nostro soccorso il baldo Lasse Holm, icona del pop svedese sin dalla fine degli anni ’70 con un’ampia collezione di dischi d’oro e vittorie al Melodifestivalen, sorta di Festival di Sanremo svedese, e una delle menti dietro Ciao ciao Italia, l’inno della Svezia inciso per i mondiali di calcio di Italia ’90.
Il nostro nel 1986 si premura di fare chiarezza su questo dubbio amletico grazie al singolo Cannelloni Macaroni (Pizzeria Fantasia): una miscela esplosiva di pop e italo disco in salsa scandinava.
Basta solamente il titolo per capire che cosa ha in mente il caro vecchio Lasse: Cannelloni Macaroni (Pizzeria Fantasia) è una vera e propria agiografia della cucina tricolore della peggior specie con un testo che fa più o meno così:
Campagnola, fiuggirola, quattro staggioni,
marinara, capricciosa, non posso farne a meno.
Sono affascinato, sento la fame, sento la sete.
Mi rende appassionato e pieno di voglia.
Pescatore, Vesuvio, la bussola, Pompei
oooohhhh quanto mi tentate
siciliana, al tonno, vegetariana
oooohhhh non ne ho mai abbastanza.
Mamma mia
Pizzeria
Canelloni, maccheroni e lasagne.
A Parigi, New York City e Bombay
ci sono menù speciali, ma niente per me.
Dammi maccheroni, cannelloni e lasagne,
spaghetti e ancora pasta, dì solo il loro nome.
Che diavolo di pizze siano la fiuggirola o la bussola ancora non lo abbiamo scoperto, ma poco importa. L’importante per il mitico Lasse è che sia cucina italiana: pizza capricciosa, cannelloni, spaghetti, lasagne o magari tutte e quattro le cose insieme per una combo da overdose di carboidrati. Davvero ammirevole la sua passione e quel senso di grandeur alla Jim Steinman dove, con spericolata sfacciataggine, su una cassa dritta riesce a infilarci improbabili cori senza timore di cadere nel ridicolo o forse decidendo di calarsici completamente.
Buon ascolto o buon appetito, in questo caso non fa molta differenza.