Calcisticamente parlando, c’è poco da dire riguardo Kevin Keegan: uno dei più forti giocatori inglesi di sempre, due volte Pallone d’Oro, palmares impressionante per i tempi, ottenuto principalmente con la maglia rossa del Liverpool e quella blu dell’Amburgo, con le quali vinse una finale di Coppa dei Campioni e ne giocò un’altra, oltre ad essere stato una pedina indispensabile nella nazionale di Albione per un decennio a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Da allenatore fu poi il deus ex machina del mitico Newcastle degli anni ’90, capace da “provinciale” del calcio inglese di imporsi come seria pretendente al titolo, sfiorato per tre volte.
Una storia ben nota agli amanti del calcio, ciò che rimane oscuro è invece ciò che lo ha spinto a voler dare un contributo nel mondo della musica. Se ai giorni nostri siamo abituati alle bizzarrie dei calciatori moderni, e giocoforza anche a quelle relative ai loro orrori musicali, ai tempi la scelta di approcciare il panorama musicale da parte di uno sportivo non era certo all’ordine del giorno, anche se non fu certo ne il primo ne il solo.
Fucosì che nel 1979 Kevin Keegan diede alla luce il singolo Head Over Heels In Love/Move On Down. Probabilmente, le ragioni di questa decisione vennero dal trasferimento del fuoriclasse in terra teutonica, avvenuto proprio in quell’anno: sappiamo infatti che i gusti musicali alemanni sono, per dire un eufemismo, bizzarri, e non di rado accade che star di altri mondi artistici prestino il loro personaggio e la loro voce ad esperimenti musicali più o meno bislacchi (basti pensare che David Hasselhoff in Germania e in tutti i territori di lingua tedesca è inspiegabilmente una popstar ancora amatissima).
https://youtu.be/3MnMskejuvc
Head Over Heels In Love/Move On Down non si sottrae a questo rituale, ma ovviamente, trattandosi di un personaggio arcinoto, il supporto per l’operazione non fu di quelli dilettantistici: scritto e prodotto da Chris Norman e Pete Spencer degli Smokie (all’epoca all’apice della loro popolarità) con lo zampino di John Eden produttore e ingegnere del suono già attivo con gli Status Quo.
Il risultato finale? Qua iniziano le note dolenti: Head Over Heels In Love non è che un pezzaccio dalle liriche simili alla prima bozza di una brutta canzone di Rod Stewart di fine anni ’70 o di uno scarto dei Bee Gees (pre svolta disco), complice anche una dalla musicalità assolutamente anonima. Un brano che forse suonerebbe bene come sigla di una situation-comedy primi anni ’80 tipo Tre cuori in affitto. Tra l’altro il ritornello al primo ascolto mi ha riportato alla mente la sigla di Toriton cantata dei mitici Rocking Horse, a riprova che la mia ossessione per il mondo degli anni ’80 è ancora ben lungi dall’essersi risolta.
Nonostante la bassa qualità della canzone l’accoglienza non fu affatto tiepida, ovviamente solo grazie al traino carismatico del personaggio che in quel momento calciava i campi della Bundesliga, e al già menzionato palato musicale teutonico. La hit si spinse sino ad un incredibile 10° posto nella classifica dei singoli più venduti in Germania. In terra natia Head Over Heels in Love si arenò invece su un più mesto 31° posto, finendo presto nell’oblio. In fondo non troppo male per un calciatore canterino.
https://youtu.be/nLMO2I7DK3s
A completare il pacchetto regalo sulla copertina troviamo il bel faccione riccioluto di King Kevin in camicia di dubbio gusto sbottonata fino al petto e crocefisso d’oro di rigore in bella vista, mentre sul lato B vi € il misconosciuto brano Move On Down, dal tiro decisamente hard rock, in netto contrasto col molle romanticiscmo del lato A.
In entrambi i pezzi Kevin Keegan fa comunque la sua porca figura mostrando di avere delle doti vocali sopra la media di categoria se confrontando il risultato con altri suoi colleghi come Paul Gascoigne, Beppe Galderisi, Ruud Gullit, Josè Altafini, Vinnie Jones, Giorgio Chinaglia o in tempi più recenti Kevin-Prince Boateng. Certo è che rimarranno sicuramente più impresse le sue sgroppate sulla fascia destra piuttosto che questo improbabile esperimento musicale.
Curiosamente Chris Norman e Pete Spencer, le menti dietro a questo progetto, avrebbero tentato un’altra commistione tra calcio e musica in occasione dei mondiali del 1982 con il singolo This Time (We’ll Get It Right), per accompagnare il ritorno della nazionale inglese ai campionati mondiali dopo 12 lunghi anni. Se i risultati sportivi furono modesti ma tutto sommato discreti, anche questa volta l’esperimento musicale fallì. Evidentemente il lascito di King Kevin non fu abbastanza per questi cocciuti sudditi.