Tutto iniziò nel 2013 con l’album “Mit Freundlichen Grüssen” che segnò il ritorno sulle scene di Heino alla veneranda età di 75 anni, vero e proprio monumento vivente della musica schlager, ovvero il non plus ultra del pop facilone mitteleuropeo degli anni ’60 e ’70.
Tutto qui nulla di male se si ignora che quel dischetto non era la solita collezione di romantiche ballatone pop al sapor di crauti che lo resero famoso, ma una raccolta di cover in chiave hard rock di brani rock, pop e hip hop di artisti tedeschi.
Se tutto questo non bastasse il nostro cominciò a indossare giubbotto di pelle borchiato, anello con teschio e collana tamarra al collo. Un po’ come accadde a Pat Boone nel 1997 che però fece solo finta di fare il rocker giusto il tempo di farsi un paio di foto su una Harley-Davidson e incidere un album dove reinterpretava classici heavy-rock in versine swing con la sua fidata big band.
Demenza senile o grossa presa per il culo? Qualunque cosa fosse il disco del platinatissimo cantante di Düsseldorf arrivò dritto dritto al primo posto in classifica in Germania e il nostro si tolse anche lo sfizio di duettare con i Rammstein al Wacken Open Air 2013 (il più importante festival heavy metal europeo) sulle note della loro “Sonne”, spazzando via critiche e risatine con un virtuale dito medio alzato in faccia a tutti, mostrando al mondo occidentale che il culto di Heino era ancora vivo e vegeto.
Oggi sull’onda luga di quel successo il cantante occhialuto più figo del mondo (altro che John Lennon, Ozzy Osbourne, Joey Ramone o Bono) decide di alzare il volume “up to eleven” (cit.) convertendosi al sacro fuoco dell’heavy metal, seguendo le orme di Christopher Lee altro grande vecchio votato al verbo del metallo pesante in tarda età.
Questo nuovo e fiammante “Schwarz Blüht Der Enzian” è un disco “totale”, capace di mettere d’accordo nonne e nipoti in maniera tanto semplice quanto efficace: rispolverare i suoi vecchi successi degli anni ’70 riveduti e corretti in chiave heavy metal. Sì, avete capito bene: il re dello schlager improvvisamente getta la maschera e si trasforma in un metallaro duro e puro. O si tratta del giorno del giudizio o questa è la cosa più bella concepita da mammiferi dotati di pollice opponibile dal secondo dopoguerra ad oggi. E’ come se improvvisamente Bobby Solo decidesse di suonare “Una lacrima sul viso”, “Se piangi se ridi” o “Zinghera” con una band heavy metal.
Dopo una introduzione acustica piuttosto fuorviante il disco parte con il botto: “Schwarz Blüht der Enzian” è un gothic metal dotato di testicoli grossi e pelosi, con la voce di Heino che si sposa magnificamente con il roccioso muro del suono perfettamente bilanciato tra potenza e melodia. In una parola: wunderbar!
Questo è solo l’inizio perchè seguono 10 tracce da eiaculazione precoce per tutti i fan di Heino: “Ja, Ja, Die Katja, Die Hat Ja” e “Rosamunde” sono puro pop metal con muri di chitarre e ritornelli da cantare a squarciagola, mentre “Wir Lagen Vor Madagaskar” riprende la neue deutsche härte pescando direttamente da “Herzeleid” degli amici Rammstein.
Si tira il fiato con la power ballad tinta di nero “Jenseits des Tales”, cui segue “Einer Von Uns” che parte bene ma viene rovinata da un ritornello questa volta troppo melodico, si tratta però solo di un piccolo incidente di percorso perché si torna subito sulla retta via con un trittico melodico e potente: “Die Schwarze Barbara” non è altro che un metrimonio perfetto tra pop e heavy-rock, la rocciosa nuova versione de “La Paloma” ricorda curiosamente l’intro di “Lay Your Hands On Me” dei Bon Jovi d’annata, e la rockeggiante “Komm in Meinen Wigwam” ha un malizioso substrato glam rock.



La parte finale del disco ci riserva ancora un paio di croccanti sorprese: “Schwarzbraun ist die Haselnuss” strizza l’occhio al metal elettronico con ritornelli femminili che tanto ricorda (casualmente?) il disco delle Babymetal, mentre “Hoch Auf Dem Gelben Wagen” potrebbe essere una versione maschia degli U2 se fossero nati nella valle della Ruhr invece che a Dublino.
Chiude il disco la ballata inedita “Jetzt Erst Recht” che serve solo a far scorrere i titoli di coda, ma c’è ancora tempo per un piccolo gioiello con la bonus track “Karamba, Karacho, Ein Whiskey” in una versione da lacrime (di gioia) ancora molto in sapor di U2 che prendo come un regalo personale visto che è il mio brano preferito in assoluto del sommo Heino.
Compratelo, scaricatelo, fate come vi pare ma fatelo vostro in un modo o nell’altro e che il culto di Heino continui nei secoli dei secoli. Amen.
Tracklist:
01. Intro Erst Recht (intro)
02. Schwarz Blüht der Enzian
03. Ja, Ja, Die Katja, Die Hat Ja (nuova versione)
04. Rosamunde (nuova versione)
05. Wir Lagen Vor Madagaskar (nuova versione)
06. Jenseits Des Tales (nuova versione)
07. Einer Von Uns (nuova versione)
08. Die Schwarze Barbara (nuova versione)
09. La Paloma (nuova versione)
10. Komm in Meinen Wigwam (nuova versione)
11. Schwarzbraun Ist Die Haselnuss (nuova versione)
12. Hoch Auf Dem Gelben Wagen (nuova versione)
13. Jetzt Erst Recht
14. Karamba, Karacho, Ein Whiskey (nuova versione) (bonus track)