Il mondo aveva bisogno di una canzone rap di Gianluigi Buffon? La risposta è necessariamente sì!
Velleità canterine? Megalomanie da primadonna? No, semplicemente la “solita” operazione benefica, questa volta a favore di Telefono Azzurro. Questa mirabolante genialata ha il titolo di Lupi cattivi, un chiaro riferimento agli adulti che abusano dei più piccoli. Tutto molto nobile, mettiamolo in chiaro, ma questo basta come lasciapassare per farsi scherno degli incolpevoli ascoltatori? Ovviamente no.
La prima impressione è che nel complesso questa operazione pare intrinsecamente “tristanzuola”: la copertina comica che non fa ridere (con tanto di nome sbagliato: Gian Luigi), il campo da calcio in terra battuta,la base sonnolenta del brano e poi… Boom! Arriva lui, Gigi Buffon che fa finta di rappare.
Parlare di rap pare eccessivo, perché in realtà si limita solo a parlare, con tanto di editing sfacciato tra le varie frasi senza provare neppure a fare finta di creare una sorta di flow. Un’esperienza talmente aberrante che non ci si accorge neppure che il testo non è neppure in rima. Vero che di mestiere lui fa il portire e non si esibisce in gare di freestyle nel ghetto, ma ad esempio un Andrea Lucchetta quando rappava (sí, è accaduto anche questo) pur con i suoi limiti trasmetteva comunque energia, entusiasmo e allegria, Buffon, al contrario, si limita a leggere il testo che gli han messo davanti con l’espressività di una badilata di calcestruzzo e l’entusiasmo di chi legge l’elenco telefonico al contrario per addormentarsi.
Proseguiamo nell’ascolto e le cose inesorabilmente peggiorano, in un fetente connubio di noia e cose buttate a cazzo, ma prima di inoltrarci in questa esperienza del brutto facciamo i nomi degli autori: la musica è stata partorita dalla sinergia delle menti di Alex Bertagnini, Giancarlo Del Sordo e Vito Ulivi, mentre il testo esce dalla penna (chiaramente scarica) di Frankie Marlowe (Francesco Racanati), tutti produttori di musica dance mai sulla cresta dell’onda.
Lupi cattivi inizia sulle note malinconiche di un pianoforte e capiamo subito che non ci sarà nulla da divertirsi. Neppure il tempo di realizzare tutto ciò che parte un beat qualunque di una brano qualunque di metà anni ’90: va bene che era il 1998 ma la sensazione di operazione raffazzonata alla meno peggio comincia a diventare tragica. Gigi Buffon sciorina il suo pippone che, però, non va da nessuna parte, filosofeggiando di massimi sistemi e lanciando al mondo la sfida di liberare i bambini dal dolore. Sarà una mia impressione, ma come discorso per sensibilizzare il pubblico sul problema della violenza sui bambini sarebbe stato forse più efficace qualcosa di più concreto e circostanziato, mentre questa sembra una versione laica di un brutto canto liturgico. Ma proseguiamo.
Ecco che senza sorpresa in tutta questa bruttezza arriva un coro di bambini, perché una canzone di beneficenza senza una parte corale sarebbe come la Coca Cola senza bollicine: «come i re magi portarono i doni guardate adesso nei vostri cuori». Nemmeno il tempo di realizzare la bruttezza della metrica sbilenca e cercare di capire cosa voglia dirci che arriva, come una pugnalata ai reni, un tenore. Sembra la sceneggiatura di un film di Zucker-Abrahams-Zucker invece è il debutto canterino di Gigi Buffon, che in effetti è la stessa cosa.
Tale Vittorio Paladini copre la “quota Pavarotti & Friends“, ma qui siamo a livelli d’inutilità peggiori di Luca Canonici in Italia amore mio (il tizio insieme a Pupo ed Emanuele Filiberto, per intenderci), tra l’altro anche meno bravo visto che si sgola per cantare una sola frase «Risuona già nell’aria, il nostro canto va, un coro di speranze e amor, una preghiera per il mondo» che conferma il messaggio di aria fritta di tutta questa operazione.
Per non farci mancare niente in questo delizioso buffet è stata realizzata anche una versione dance che risplende come un capolavoro al confronto dell’originale, ma ovviamente si tratta di un inganno.
Forse per la vergogna o forse per la scarsa promozione, sta di fatto che questo CD singolo edito dalla Volumex (l’etichetta che ha regalato al mondo Gam Gam di Mauro Pilato & Max Monti) sembra svanito nel nulla; forse sono stati proprio quelli di Telefono Azzurro ad acquistare tutte copie e buttarle al macero, come non capirli. Personalmente ascoltare Gigi Buffon che rappa su Lupi cattivi mi ha fatto rivalutare le doti di MC di Loris Capirossi ed è tutto dire.