Tra i tanti film degli indimenticabili di Franco e Ciccio, campioni indiscussi della comicità del cinema italiano, sicuramente uno dei più “calciofili” oltre a essere anche uno dei miei preferiti è I due maghi del pallone del 1970, splendida parodia del mondo del calcio che trae spunto da fatti e personaggi allora all’apice delle cronache sportive come Gigi Riva e Gianni Rivera, l’imbattibile seleçao di Mário Zagallo e la nazionale di Ferruccio Valcareggi, vedendo questa volta impegnato alla regia l’inossidabile Mariano Laurenti che divenne in quegli anni il regista di fiducia del duo comico siciliano.

Parlare di questo film però equivale non solo a rimettere in gioco le vecchie discussioni calcistiche che hanno fatto furore nei primi anni ’70 con i cosiddetti “maghi” della sfera, ma significa anche riscoprire i valori semplici e autentici della cosiddetta “partita di pallone” fatta di campetti sterrati di quartiere, di Super Tele quadricromatici e di scalmanate tifoserie locali. Il tutto parodiato stupendamente dai due comici siculi e impreziosito da una splendida colonna sonora a sfondo bubblegum-beat davvero niente male che trova la sua piena espressione nel tema d’apertura rimasto a tutt’oggi inedito e che ha catturato seriamente il nostro interesse.
Basato sulla classica commedia degli equivoci, il film vede come location iniziale la sorridente Pizzusiccu (!) in provincia di Catania in cui il pubblicitario Ciccio Ingrassetti (Ciccio Ingrassia) alle dipendenze del commendatore Cazzaniga (Umberto D’Orsi) va a ingaggiare l’astro-psico-chiaroveggente Mago K.K. (Franco Franchi) per allenare la squadra aziendale di calcio S.C.H.I.A.P.P. confondendolo per un cosiddetto “mago della sfera” e scoprendo troppo tardi il tragicomico errore.
Per correre ai ripari ed evitare il licenziamento in tronco, gli improvvisati “mister” freschi di nomina escogiteranno tutta una serie di sotterfugi allo scopo di far vincere alla squadra tutte le partite del campionato fino alla vittoria finale nel derby contro il Ghiandinedda e ottenere così la promozione “meritatissima” in serie C.
Ad addolcire la trama principale troviamo inoltre la solita svirgolata amorosa d’obbligo tra la figlia del sindaco Maria Antonietta (Paola Tedesco) e l’attaccante di punta della squadra Tonino (Franco Lionello) che dopo una serie di vicissitudini finirà con l’innamorarsi della biondissima svedesina Greten (Karin Schubert pre svolta pornografica).
In tutto questo guazzabuglio a sfondo sportivo le musiche del film sono tutt’altro che improvvisate. Grazie alla sapiente mano di Bruno Nicolai, poliedrico autore che nel corso della sua carriera ha realizzato le colonne sonore di numerosi spaghetti western, l’impianto sonoro è fresco e gradevole dove la punta di diamante è sicuramente la trascinante I due maghi del pallone” interpretata da uno scatenatissimo Franco Franchi, che diventerà la sigla di testa oltre che il tema portante dell’intero film.
Abbiamo così di fronte una divertente canzoncina basata su tipiche melodie da banda municipale di paese con tanto di richiami al samba Joga Bonito del celebre “futebol” brasiliano, dandoci così un’idea precisa dei leitmotiv necessari per avere sempre una squadra vincente («Premio d’ingaggio salame e formaggio e ogni viaggio sempre in tram») oltre che per ottenere dei veri e propri “campionissimi” («E quando abbiam la palla al piè sembriamo undici Pelè») che in quegli anni trascinavano regolarmente allo stadio folle di tifoserie accanite e di famigliole allegre che trascorrevano così le domeniche pomeriggio in una sana e spensierata festa di sport.



Nascosto tra le varie sequenze strumentali troviamo in aggiunta un piccolo capolavoro, gioiellino di stampo tipicamente morandiano, elargitoci dal gessatissimo Franco Lionello (qui alla sua prima e probabilmente ultima apparizione cinematografica) che, oltre a essere punta di diamante della S.C.H.I.A.P.P. e cotonato Alain Delon da fotoromanzo a tempo perso, riesce anche a regalarci il suo pezzo forte dal titolo Primi giorni di settembre firmato a due mani assieme al grande Bruno Lauzi.
Il brano leggero e malinconico del nostro Lionello partecipò nello stesso anno anche a Canzonissima ’70, senza però superare le fasi eliminatorie e nel film farà guarda caso da sottofondo alla scena balneare consumata durante il ritiro della squadra in un lussureggiante albergo costiero di Taormina, proprio durante l’abbordaggio poliglotta di due belle svedesine che prendono il sole sul bagnasciuga.
In definitiva siamo di fronte all’ennesimo caposaldo comico di Franco e Ciccio, baluardi della sana risata che con le loro gag e le esilaranti macchiette da varietà hanno saputo conquistare l’affetto e l’ammirazione di milioni di italiani. All’epoca il film ricevette severe critiche viste le canzonature nei confronti del mondo calcistico, sempre poco incline a non prendersi sul serio, ma se si considera che a fronte di un budget iniziale di 100 milioni di Lire riuscì a incassare ai botteghini ben un miliardo, possiamo dire con tutta franchezza e per l’ennesima volta quanto la gente amasse e seguisse con caloroso affetto i due mattatori siculi della risata, senza se e senza ma.
Se come me amate Franco e Ciccio e siete appassionati delle sonorità spensierate dei favolosi anni ’60 di stampo italico con tanto di svirgolate alla Gianni Morandi, allora vi consiglio caldamente la visione della presente pellicola per gustarvi ancora una volta quella divertente comicità dei due grandi artisti siciliani che continuano a regalarci anni di pura allegria e di intelligente umorismo adatto a tutte le età.
Alex