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W il Viagra: l’inno al sesso delle nonne italiane

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Franca Lai - La ruota della vitaNell’immaginario collettivo, la nonna incarnava l’idea della vecchina innocente e un pò serafica, con le tasche piene di caramelle stantie che, al massimo del suo delirio, poteva ricevere la visita del lupo cattivo anziché della povera Cappuccetto Rosso. Forse un tempo.

Chi, come me, è cresciuto con tali pensieri fa un attimo fatica a interfacciarsi con le nonne moderne, che nulla hanno a invidiare a non so bene chi, ma loro son felici e se lo sono loro… La premessa vale il personaggio, benché forse se Franca Lai si sente dare della nonna, magari pure s’incazza.

La cantante in questione si aggira a livello locale (precisamente Genova) fin da metà anni ’60 e qui è rimasta felice a coltivare il suo repertorio dialettale e il suo pubblico, pure nutrito, tale che anche in tempi recenti il Secolo XIX la definiva come «icona per eccellenza della canzone popolare genovese», finchè qualcosa le si è mosso, lei (anzi Lai) ha iniziato ad agitarsi e si è scoperta autrice, showgirl, cantante e quant’altro, ovviamente anche in italiano.

Di qui, il suo abbattersi come una furia in questi ultimi 10 anni, tra emittenti locali, serate da balera, pseudo discoteche e la sala d’incisione, sfornando un album dietro l’altro, con testi suoi (e forse pure la pianola che funge da orchestra è opera sua), risultati ovviamente di puro godimento ed altissimo livello. Almeno per chi scrive.

Franca Lai nel 2017
Franca Lai in concerto nel 2017

È esattamente il caso di questa oscena W il viagra tratta dall’album La ruota della vita del 2011 che ammetto non aver ascoltato nella sua interezza, ma la qualità di questo brano e la copertina da discaccio pop peruviano sono forti indizi di un probabile piccolo capolavoro del genere horror al profumo di pesto. Qui la nostra, alla vigilia delle 60 primavere, assunte le vesti della gentile mantide vagamente attempata (ma anche birichina, siamo sinceri) si scatena in una reprimenda nei confronti del suo maschio, evidentemente incontrato per caso e reo di averla rimorchiata, ignorando chi si stesse caricando, e averle rinverdito ricordi che ora intende soddisfare.

Il nostro poveretto, pare preso alla sprovvista da questa incontenibile libido di lei/Lai, che  non la manda certo a dire e mette subito in chiaro:

Sono donna son piacente col mio seno prorompente
sei rimasto senza fiato ti sei chiesto: ma cos’è?
Ah! Mi vuoi più magra, ma a te ci vuole il viagra.
Ah! Mi vuoi più lunga, ma a te niente ti spunta.
E mi è venuto un dubbio sarai mica ipotente?

O ci sei o ci Lai: quindi lei (ogni tanto mi incasino), torna da mammà (che, con il dovuto rispetto, fatti i debiti paragoni anagrafici, probabilmente la matura genitrice sta in qualche piramide egizia) al grido di «ti credevo un mandrillo e invece aspetta e spera!»

In realtà più che tornare da mammà la nostra Franca Lai non si perde assolutamente d’animo, manda al diavolo questo pusillanime impotente e si getta prontamente tra le coperte dei suoi nuovi amori che paiono (finalmente) soddisfare i suoi appetiti sessuali, mentre sullo sfondo rimane il ricordo di mia nonna, che forse non aveva un sorriso e manco le caramelle rancide, ma almeno se ne stava a casa a guardare Rete 4. Per concludere e un inquietante interrogativo che ci assale guardando il video del brano: visto il delirio che la circonda, con tutti quei baldi maschi che le ronzano attorno, non è che Franca, zitta zitta, gli ha infilato qualche pasticca blu di nascosto?

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