Dopo il debutto discografico passato in sordina nel 1989 con la ri-edizione del “Gioca Jouer”, Fiorello tenta la carta del primo album supervisionato sempre dal suo mentore Claudio Cecchetto che, ben conscio dell’impossibilità di riuscire a mettere insieme un album credibile, sfrutta quello che Fiorello sa fare meglio, le imitazioni dopo tanti anni di palestra nei villaggi turistici.
Il gioco è facile ed economico: una scaletta zeppa di brani ultranoti, basi preconfezionate da karaoke (davvero scandalosa “Ti amo”) e campo libero per Rosario Fiorello che imita gli interpreti originali.
Anche se in alcuni casi il gioco funziona con imitazioni che sembrano più vere degli originali stessi (“La canzone del sole” e “Azzurro” – in realtà le imitazioni più semplici con le quali tutti gli imitatori, più o meno bravi, si cimentano con successo), il disco proietta l’ascoltatore in una terribile dimensione da pessimo piano-bar al cui cospetto le versioni cantate dalle ragazze di “Non è la Rai” sembrano piccoli capolavori.
Nonostante il disco sia assolutamente inutile sotto tutti i punti di vista (a meno che non vi interessino gli scialbi remix ad opera di Molella), all’epoca si rivelò un grosso successo con oltre 100.000 copie vendute (!!!) consegnando a Fiorello la conduzione del “Karaoke” l’anno successivo e aprendo le porte per un secondo volume.
Tracklist:
01. La canzone del sole (Molella rmx)
02. Vita spericolata
03. Azzurro
04. Ricordati di me
05. Terra promessa (Molella rmx)
06. Ti amo
07. Donne (Molella rmx)
08. Mi vendo
09. Questo piccolo grande amore