Iniziamo col chiarire subito una cosa: Film pop anni ’80 non è una lettura facile. Ma non certo perché è scritto male. Tutto il contrario: l’operazione messa in piedi da Matteo Marino e Simone Stefanini (pubblicata nel 2020 da Becco Giallo) è talmente ben congeniata e i film presi in esame sono così belli che è praticamente impossibile non interrompersi alla fine di ogni scheda per guardare la pellicola di cui si è appena letto. Dentro c’è tutto il meglio di quel cinema in cui chiunque, in un modo o nell’altro, si è imbattuto: da I predatori dell’arca perduta ai Goonies, da Rambo a Chi ha incastrato Roger Rabbit? e così via. Un viaggio nostalgico di cult in cult che vi accompagnerà per circa 400 pagine.
Ma andiamo con ordine. Che gli anni ’80 siano tornati prepotentemente alla ribalta è un dato di fatto. In particolare al cinema, dove ormai si è perso il conto di sequel, remake e reboot di pellicole uscite proprio in quel decennio tanto vituperato. Anche la televisione non è rimasta a guardare: un prodotto come Stranger Things (non a caso citato spesso dai due autori) è intriso di “ottantismo” e ha reso il cinema e l’oggettistica di quel periodo cool e accessibile anche per un pubblico vastissimo non composto soltanto da nerd e retromaniaci. E allora ecco che un volume come Film pop anni ’80, che trasuda passione e preparazione da ogni pagina (a partire dalla splendida copertina curata da Arturo Lauria), diventa interessante su più livelli. Da una parte funziona come la DeLorean di Marty McFly, per chi come il sottoscritto la maggior parte di quei film li ha già visti e amati, e dall’altra rappresenta un ottimo punto di inizio per chi vuole approcciarsi alla materia spinto dalla riscoperta mainstream di certe pellicole.
Ogni pellicola (e ci sono davvero tutte le nostre preferite) viene sezionata nei minimi dettagli: partendo ovviamente dalla trama si passa poi attraverso analisi più approfondite che spesso stupiscono, perché ci fanno vedere film che abbiamo visto decine di volte sotto una luce completamente nuova. Non mancano poi le sezioni dedicate ai luoghi in cui sono stati girati, mete ideali per un eventuale tour da affrontare non appena sarà possibile viaggiare di nuovo.
Particolare attenzione viene riservata anche alle colonne sonore, composte spesso da canzoni memorabili che sono riuscite ad eguagliare la notorietà della pellicola che accompagnavano. Qualche esempio? Se si pensa a Ghostbusters non si può non pensare all’iconico pezzo di Ray Parker Jr. Così come è impossibile non associare quella simpatica canaglia di Jason Voorhees all’inquietante «ch ch ch, ah ah ah» che Harry Manfredini inserì nel tema principale di Venerdì 13. E se ci capita per caso di sentire Reality di Richard Sanderson, oltre a venir colti da un’irrefrenabile voglia di limonare, pensiamo subito ai pruriti degli adolescenti francesi e alla stupenda Sophie Marceau.
E se anche il nome Harold Faltermeyer non vi dice niente sicuramente adorate il tema principale di Beverly Hills Cop che ha composto nel 1985, vero inno cinematografico del decennio. E in mezzo a un tripudio di synth e rock anni ’80 c’è anche una splendida mosca bianca: la colonna sonora di The Blues Brothers, diventata immortale contro ogni logica commerciale.
Non manca poi una sezione dedicata ai rewatch, in cui i due autori prendono in esame il modo in cui le pellicole sono invecchiate. Naturalmente non tutte superano la prova del tempo, anche perché non va dimenticato che negli anni ’80 il politicamente corretto non sapevano nemmeno cosa fosse (non è questa la sede adatta per decretare se fosse una cosa positiva o meno).
Non va trascurato un altro aspetto molto importante: leggere un libro del genere che tratta di film così pop e così radicati nella nostra cultura inevitabilmente fa riaffiorare nel lettore un sacco di ricordi. Leggendo di Nightmare mi sono ritrovato a pensare a quando alle medie insieme a un amico avevamo instituito la giornata horror, che consisteva nel chiudersi in cantina dalla mattina alla sera per mangiare roba fritta e guardare un film horror dietro l’altro; film noleggiati da Blockbuster o registrati su Italia 1 (Notte horror ci manchi!). E sono certo che situazioni del genere riaffioreranno nella memoria di chiunque decida di leggere Film pop anni ’80 che, nel caso non si fosse capito, vi consiglio caldamente. Difficile non fermarsi a pensare con chi si è visto per la prima volta L’impero colpisce ancora o a quella persona (chiunque ne conosce almeno una) che non si perde una replica di Dirty Dancing anche se l’ha già visto trenta volte. Insomma, insieme alla storia dei film il lettore potrà ripercorrere anche la propria.
In chiusura meritano una menzione anche la sezione dedicata all’Italia, con i vari 1997: fuga da New York e Rambo nostrani (che per me valgono una visione tanto quanto i modelli americani) e una a sorpresa da leggere rigorosamente la vigilia di Natale.
Ora non ci resta che preparare il lettore DVD e il giradischi e tuffarci in questo viaggio indietro nel tempo da cui, e in questo caso per davvero, usciremo migliori.