Quanti di voi si ricordano di Enrico Maria Salerno, compianto attore di opere teatrali e di sceneggiati televisivi “impegnati”, e si staranno chiedendo come mai se ne stia parlando qui su Orrore a 33 Giri, da sempre alcova di prodotti di altalenante qualità? La risposta sta tutta nel 45 giri di cui parliamo oggi, precisamente nell’incipit di “Giovane giovane giò”: “Che posso farci, non ho l’età / Passano gli anni e sono qua / Con gli occhi pieni di gabbiani e nuvole. / Perciò non conta la ruga in più / Con un massaggio la tiri su / Parti col footing, torni tutto muscoli. Però se non sei giovane dentro / È dura fare centro / Il tempo passa e non lo fermi più”.
Giunto ormai a una certa età, dopo una carriera all’insegna della serietà e dell’impegno professionale, Enrico Maria Salerno ci concede (e si concede) questo sincero momento di svago, affrontando con (auto?)ironia il tema del “voler restare sempre giovani”. Assolutamente degno di nota l’intero ritornello, pieno zeppo di riferimenti culturali della presunta cultura giovanile dei primi anni ’80: i blue jeans, le moto giapponesi e i pop corn.
https://youtu.be/0B1HVx3B2Qs
Oltre a “Giovane giovane giò” (“sigla televisiva originale” recita la copertina – ma di quale programma?), altrettanto gradevole si presenta la B-side, “I beni di rifugio”, in cui Salerno, in duetto con tale Patrizia, ironizza con ulteriore sagacia sulla tendenza (tutta yuppie!) ad accumulare beni di valore per farsi trovare pronti alla recessione galoppante: “Amore, come va la recessione? / Benissimo, slitta che è un piacere / Un gettone mille lire / E allora che si fa? Mah! / Ma c’è il bene di rifugio / chi c’ha il fiuto da segugio / sa che l’unico rifugio è questo qua”.
https://youtu.be/GDqPlB2yPKc
Inevitabile (ed esilarante) il finale col botto, nel quale Patrizia, dopo essersi vista intestare tutti i beni di rifugio, scappa all’estero col suo nuovo amore che “è alto bello e fusto, è veramente un più”, lasciando Salerno a delirare in una stanzetta d’ospedale: “Che belli che belli i beni di rifugio / Per colpa del tuo plagio adesso sono qua / Pulito, lavato, col bianco camicione, / sarò Napoleone oppure son Marat / sarò Caltagirone oppure son Zazà / sarò la Scicolone oppure son mammà / Mah! Chissà! Non si sa!”.
Enrico Maria Salerno è morto il 28 febbraio 1994 a 68 anni. Senza molti giri di parole, a noi piace ricordarlo così.
Giovane Giovane Giò
Che posso farci, non ho l’età
Passano gli anni e sono qua
Con gli occhi pieni di gabbiani e nuvole.Perciò non conta la ruga in più
Con un massaggio la tiri su
Parti col footing, torni tutto muscoli.
Però se non sei giovane dentro
È dura fare centro
Il tempo passa e non lo fermi più
Giovane giovane giò come l’erbetta ohohohooooh
Giovane come un blue jeans e una maglietta ohohohooooh
Come una supermoto giapponese
Giovane come un pugno di popcorn
Giovane giovane giò Come il mattino ohohohooooh
Come ogni giorno di più è Topolino
Tu trovati una Minnie molto sexy
E vedi un po’ se non rimani sempre…
Giovane giò.
Su un prato verde fai del judò
Poi giochi a tennis e perché no?
Dritti rovesci fanno bene al fisico.
Scorda il capello che non c’è più
Sella un cavallo, montaci su
Corri a cercare il posto delle fragole.
Però se non sei giovane dentro
È dura fare centro
Il tempo passa e non lo fermi più
Giovane giovane giò come l’erbetta ohohohooooh
Giovane come un blue jeans e una maglietta ohohohooooh
Come una supermoto giapponese
Giovane come un pugno di popcorn
Giovane giovane giò Come il mattino ohohohooooh
Come ogni giorno di più è Topolino ohohohooooh
Tu trovati una Minnie molto sexy
E vedi un po’ se non rimani sempre…
Giovane giò.
Giovane giovane giò come il mattino ohohohooooh
Come ogni giorno di più è Topolino ohohohooooh
Giovane giovane giò come l’erbetta ohohohooooh