Su queste pagine abbiamo sempre cercato di trattare i dARI senza alcun odio aprioristico, anzi sottolinenando ciò che ci piaceva senza nascondere tutto quello che non ci piaceva.
Digerita la pessima collaborazione con Max Pezzali attendevamo il disco nuovo per capire che cosa avrebbero tirato fuori dal cilindro i loro produttori questa volta. Il risultato? Un vicolo cieco.
Questo nuovo “In testa” è la cosa più pallosa che vi capiterà di ascoltare negli ultimi 10 anni: una collezione di mezze ballate che non vanno da nessuna parte, band molle, nessun ritornello vincente, vagonate di tastiere da discount anni ’80 o alla meglio/peggio scarti di eurodisco, plagi più o meno spudorati (“Non mi far mancare” è uguale uguale a “Sweet Dreams” degli Eurythmics) produzione plasticosa e artefatta (roba alla Eiffel 65 per intenderci), sezione ritmica non pervenuta, testi scemo-adolescenziali completamente epurati dagli obbrobri linguistici che, misti ai plagi cameriniani, erano il loro punto di forza (piaccia o non piaccia).
I nostri potevano far evolvere il gusto anni ’80 con l’irruenza rock’n’roll degli esordi e le buone dosi di eurodance di casa Bliss Corporation cui sono contrattualmente legati, sviluppando quel loro lessico sgrammaticato e scemo che però li poneva un po’ fuori dai rigidi schemi del pop nostrano; invece hanno fatto l’opposto: si sono fatti fagocitare dal sistema stesso che li ha digeriti e defecati rapidamente.
I dARI si sono trasformati nel giro di pochi mesi da new sensation per ragazzini a band-macchietta che si rifugia in suoni revivalistici, con un’immagine sempre più pretestuosa, afflosciata su melodie senili e con testi che, epurati di quei passaggi caratterizzanti, risultano più imbarazzanti e vuoti delle peggiori cose di Ligabue e Vasco Rossi (se pensiamo che il passaggio più interessante è «io vengo da Aosta e cerco risposta» è facile capire di che cosa stiamo parlando).
Un disco fiacco, flaccido e mollo, assolutamente imperdonabile per una band emergente che dovrebbe aver voglia di predere a calci in culo il mondo. Certo, Cadio in tutto questo ci fa una gran figura, vera prima donna di questo album con le sue tastiere onnipresenti e protagoniste assolute, ma questa svolta più “matura” quasi ad atteggiarsi a Depeche Mode de noialtri (perchè il singolo “In testa” è questo che ci dice) francamente fa un po’ ridere.



Che i dARI fossero inutili lo sapevamo dall’inizio, ma almeno si sforzavano di coprire quel (sotto)vuoto di contenuti con le loro cazzate e qualche sorriso lo strappavano, ora non vorranno che li si prenda pure sul serio, perché roba come “Esco”, un mezzo rap che fa l’occhiolino a “Serenata rap” sembra far temere il peggio.
Se non verranno riciclati dal solito Festival di Sanremo li dimenticheremo presto.
Insalvabile.
Tracklist:
01. Più Di Te
02. L’amore Ci Chiama
03. Da Me
04. Difettosa
05. Di Nuovo
06. Non Mi Far Mancare
07. Esco
08. Chiediti Perchè
09. Toccami Il Cuore
10. Bonjour