Lupin III, creato da Monkey Punch, è il nipote giapponese del famoso ladro-gentiluomo Arsène Lupin, creato dallo scrittore francese Maurice Leblanc.
Delle avventure di Lupin esistono ben quattro serie differenti e svariati lungometraggi; ogni serie si riconosce immediatamente dalla giacca del protagonista che passa da verde a rosso ad un improbabile rosa, fino ad arrivare alla giacca blu dell’ultima serie ambientata in Italia. La prima serie, quella della giacca verde per intenderci, è sicuramente la più bella in assoluto con un tono crudo e adulto lontano anni luce dalla macchiatta per bambini della terza serie, probabilmente la più famosa in Italia (quella con la giacca rosa).
Inizialmente Lupin fa coppia fissa con l’infallibile pistolero, nonché fumatore e bevitore incallito, Daisuke Jigen; solo in un secondo momento si aggiungerà ai due il samurai Goemon Ishikawa che dapprima era nemico di Lupin. Oltre alla passione per la ricchezza il protagonista aveva anche un debole per la sensualissima Fujiko Mine, una provocante ladra opportunista dal fisico mozzafiato dalle curve dirompenti, coperte molto spesso da risicati vestitini; proprio questi continui richiami alla sessualità più esplicita costarono al cartoon problemi di censura nel nostro paese.
La sigla italiana di questa memorabile serie animata era “Planet O”, un brano dall’inequivocabile sapore discomusic, ma dal piglio quasi epico, eseguito dal combo francese Daisy Daze & the Bumble Bees, che già dal titolo rivelava la sua totale estraneità alle avventure del ladro nipponico (anche se in realtà la nazionalità di Lupin non viene mai rivelata). Si trattava di uno dei tanti progetti da studio nati per sfruttare la moda della musica disco che da lì a brevissimo sarebbe implosa. Ma cosa c’entra una manica di oscuri musicisti francesi con Lupin III? Niente.
Il brano scritto da Farouk Safi (alias Albert Emsalem, produttore del disco assieme al chansonier francese Pascal Auriat e direttore della radio Europe-1), Norbert Cohen (cantautore noto anche come Norbert Alvil) e dall’autore disco Sharon Woods fu arrangiato da tale Tony Rallo e contiene tutti gli elementi tipici dei brani da discoteca del’epoca: archi, sezione ritmica pulsante, un po’ di fiati e un tocco di elettronica. Quello che doveva differenziare la canzone era un tocco sci-fi che già si intuisce dalla copertina e che pare essere confermato da una prima lettura del testo. Se però ci soffermiamo con maggiore non pare del tutti estranea l’idea di una canzone che sottintende pratiche sadomasochiste che potrebbero rimandare al famoso romanzo BDSM Histoire d’O e ciò spiegherebbe i gemiti della cantante famminile.
In ogni caso il singolo in versione 12” (con una versione strumentale sul lato B) venne pubblicato nel giugno del 1979 in Francia dalla Disc’Az ma non ottenne particolare successo. Un a storia come tante insomma, ma come arrivò un’oscura canzone francese disco-science fiction a diventare la sigla di uno dei cartoni animati più popolari in Italia?
Quello che sappiamo è che una versione in 7” venne pubblicata dalla RCA Victor anche in Italia dove il brano originale venne drammaticamente tagliato in due parti per assecondare il minutaggio limitato del vinile più piccolo. Probabilmente i produttori dell’epoca, in cerca di un brano moderno senza spendere molti soldi e confidando nell’ignoranza del pubblico che tanto non poteva capirne il testo, piazzarono la msiconosciuta “Planet O” come sigla di della serie Le avventure di “Lupin III”. Una mossa filologicamente inappropriata ma musicalmente perfetta, sposandosi a meraviglia con le avventure del ladro in giacca e cravatta.



Il 7” venne quindi ristampato 7” utilizzando la stessa copertina originale appiccicandoci la scritta “Sigla della serie TV «Lupin III°»” (tra l’altro con un palese errore). Nel dicembre dello stesso anno in concomitanza con l’uscitra del film animato film Lupin III (nella versione televisiva e homevideo ribattezzato La pietra della saggezza) arrivò una seconda stampa italiana sempre nel popolare formato 7” , questa volta finalmente con il protagonista in copertina, utilizzando la gloriosa imagine della locandina del film.
Se ancora non conoscete questa perla degli anni d’oro degli anime in Italia, fate un salto di 30 anni e guardatevi la sigla oppure ascoltatevi qua sotto la versione originale, in ogni caso fate vostro questo piccolo capolavoro.
Planet O
(F.Safi , N.Cohen , S.Woods)
Planet O, planet O.
Planet O, planet O.
We are pirates from the planet O,
we’ll enslave you, we will break your soul,
we will chain you, make you fall and bow,
we’ll defile you, satisfy you.
Please don’t touch me, don’t come near me.
We will rock you, we will shock you.
Please don’t touch me, don’t come near me.
Please don’t touch me, do you hear me?
I’m a lady, just a baby.
What’s a lady? What’s a baby?
Call me lazy, call me crazy,
I don’t want to go to planet O.
No, no, no, no, don’t touch me.
No, no, no, don’t come near me.
We’ll surprise, scandalize you.
We’ll surprise, vandalize you.
Mercy, mercy, help me, help me.
Call my mama, call the U.S.O.
Planet O, planet O.
Planet O, planet O.
We will break you, desecrate your soul.
We will shake you, overtake you.
Please don’t touch me, touch me, touch me.
Don’t come near me, near me, near me.
Hypnotize you, neutralize you.
Crazed it made me, serenade me,
wake me, take me to the planet O.
We are pirates from the planet O,
we have come to capture you,
please come peacefully.
We will tie you, sacrifice you.
Tie me, tie me, halleluja.
Catch me, take me to the planet O.