Collage tu mi rubi l'anima

Collage – Tu Mi Rubi l’Anima (1977, 7″)

Ultimo aggiornamento:

Collage tu mi rubi l'animaMasino Usai, Piero Pischedda, Pino Ambrosio, Tore Fazzi, Piero Fazzi e Luciano Degortes sembrano nomi presi a caso dall’elenco telefonico di Sassari, in realtà un motivo per cui stanno tutti assieme c’è, ed è da imputare a una sorta di principio di aggregazione cui origine è la musica diversamente bella, ma anche l’idea concettuale di una sostanza appiccicosa, bianca, che unisce e porta alla creazione artistica. Ecco a voi ragazzi, i Collage.

I Collage fanno appiccico ad Olbia nel 1971 e cominciano a suonare in Sardegna. Già nel 1972 partecipano come ospiti al festival di Castrocaro con il brano Tu che pensi a tutto, dove vengono notati da Massimo Di Cicco, fondatore degli studi Titania e della Lupus Records, che nel 1975 fa debuttare il gruppo in sala di registrazione (senza Degortes che se n’era partito l’anno prim per fare il militare, per mai più ritornare alla musica) con il 45 giri Angeli sbagliati.

Ormai un solido quintetto, nel 1976 i Collage vincono il Festival di Castrocaro con la canzone Due ragazzi nel sole. Il successo impazza e i la band più famosa di Olbia raggiunge la fama presso il grande pubblico. Ma il vero boom arriva l’anno dopo, quando partecipano al Festival di Sanremo con Tu mi rubi l’anima, elogio malinconico dell’addizione amorosa quando fa tre, il sequestro spirituale stuzzicante, forse sotto sotto non richiesto, ma a cui si cede. Tu mi rubi l’anima è la canzone che lascia immergere l’ascoltatore nella più totale empatia dell’errorino extra-coniugale, a cui è difficile negarsi e impossibile risparmiarsi.

Chiaramente con il successo italiano poi arrivò la necessità di tradurre i pezzi in spagnolo e di portare il tour tra la penisola iberica e l’America del Sud. E con quello, dopo parecchi anni, la fine, perché i Collage, a forza di dai e dai, si staccarono e riattaccarono in diversi pezzi, fino ad arrivare ai giorni nostri, sbrindellati ma dediziosi.

Pubblicano dischi live, greatest hits, dischi di “sperimentazione” rivisitando addirittura i loro vecchi pezzi, e nient’altro.

Purtroppo, come sappiamo in molti, la sostanza che permette l’appiccico, e l’unione indifferenziata, è deperibile. Non dura per sempre. Non ci si può sedere oggi sul sedile posteriore di una Renault 4 e restare incinte.

Tu mi rubi l’anima

Ha quei capelli tutti in giù
ma non sei tu, ma non sei tu
ha gli occhi tristi come te
ma non è te davvero
usa un profumo come il tuo
ma non sei tu, ma non sei tu
le ciglia lunghe come te
ma non è te sicuro.

Quando la notte lei si stringe a me
se il mio corpo c’è
la mente è dietro te.

Tu mi rubi l’anima
ma poi la getti via da me
io la inseguo e trovo sempre te.
Tu mi rubi l’anima
ma poi non so che te ne fai
mentre cerco di riprenderla
mi muore un po’ nel cuore sempre lei

Lei queste cose non le sa
non credo che gliele dirò
lei crede solo a quel che ha
ma non a me sicuro.
Ho visto rondini lassù
cadere giù, cadere giù
erano sole come me
che non ho te davvero.

Quando nel letto dorme accanto a me
se il mio corpo c’è
la mente è dietro te.

Tu mi rubi l’anima
ma poi la getti via da me
io la inseguo e trovo sempre te.

Tu mi rubi l’anima
ma poi non so che te ne fai.
se il silenzio ha spazi liberi
stasera io li riempirò di te.

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