L’abito non fa il monaco, ed in effetti è così anche per i Cartoons, band bubblegum dance danese che a discapito di un look improbabile e imbarazzante (come dimenticare il contrabbasso a forma di carota, il chitarrsita che suna una pistola con due carroarmati al posto delle scarpe?) sono assai meno idioti di quello che si potrebbe pensare.
Ascoltando il loro album d’esordio Toonage del 1998 si può gustare uno sfizioso technobilly, ovvero atmosfere rock’n’roll anni ’50 volutamente caricaturizzate riproposte con arrangiamenti di musica techno; per non parlare delle acconciature che richiamano chiaramente anche i mitici Leningrad Cowboys, stralunata band finlandese resa immortale dalla macchina da presa di Aki Kaurismäki nel film Leningrad Cowboys Go America del 1989.
Assieme ai singoli popolarissimi come Witch Doctor (chi non si ricorda il tormentone «uhh ehh uh ah ah, ting tang walla walla bing bang» di cui tra l’altro fu realizzanto anche un singolo con una versione italiana del brano) cover di David Seville del lontano 1958 e l’appiccicosa DooDah! («everybody sing this song doo-dah doo-dah, well everybody sing this song all the doo-dah day») troviamo altri esempi di perfetta bubblegum dance come Ramalama Daisy, Let’s Go Childish e Aisy Waisy (fotocopia di DooDah!) che calzano a pennello con l’immaginario cartoonesco della band.
Le cose più interessanti però sono nascoste nelle altre tracce dove esce maggiormente il loro tanto decantato technobilly: Hold Me è un inaspettato doo-wop modernizzato che mostra come i Cartoons non siano solo dei simpatici cazzari, Who Put The Bomp è una divertente ballata retrò con la voce di Toonie in primo piano che stacca di un paio di spanne tutti i suoi colleghi canterini. Il vero gioiellino è però la sorprendente cover di De Do Do Do De Da Da Da dei Police rifatta completamente a cappella in un intreccio perfetto di voci che ancora ci dimostra come questi danesi abbiano ben più talento di quanto non diano a vedere con i loro costumi.
Per finire la ballata romantica Listen To My Heart, ancora una volta un tuffo negli anni ’50 con un arrangiamento modernizzato a chiudere un disco che scorre via fresco e frizzantino, ma soprattutto con un suono quanto meno personale nell’universo della bubblegum dance di fine millennio.
Tracce:
01. Witch Doctor (Radio Mix) (David Seville cover)
02. DooDah (Radio n’ Roll mix)
03. Hold Me
04. Ramalama Daisy
05. Yoko
06. Who Put The Bomp
07. De Do Do Do De Da Da Da
08. Let’s Go Childish
09. Aisy Waisy (Original radio edit)
10. Listen To My Heart
Toontastic! (CD – 2000)
Quando nel 1998 arrivò questo bislacco gruppo danese, tutti non ci pensarono nemmeno due volte prima di relegarli dentro l’immenso calderone della sciocca ed effimera musica elettronica ‘unz-‘unz senza cervello.
Comprensibilissimo visto l’enorme successo che ebbero due brani dal sapore eurodance come DooDah! e Witch Doctor, due cover rispettivamente di un vecchio brano del 1850 intitolato Camptown Races (e usato spesso negli episodi dei Looney Tunes) e di una nota canzone del 1958 del cantante americano Ross Bagdasarian Sr già reinterpretata decine di volte e in seguito proposta anche in italiano e spagnolo.
Ma Toonie, Shooter, Sponge, Buzz e le coriste Puddy e Boop avevano delle marce in più rispetto alla concorrenza che rendeva il loro progetto musicale degno di maggiore attenzione. E non stiamo parlando del loro look improbabile che li faceva sembrare saltati fuori da un cartone animato: come dimenticare le loro parrucche spugnose, i vestiti giganteschi dai colori sgargianti e gli strumenti dalle forme più bizzarre come il contrabbasso a forma di carota o la chitarra simile a una gigantesca pistola. No, i Cartoons non erano solo questo ma anche una band che nutriva un forte amore per l’iconografia anni ’50, il cantato a cappella (la loro cover di De Do Do De Da Da Da dei Police è eccellente) e il rockabilly. Decisero quindi di combinare quelle sonorità con la bubblegum dance che rese delle superstar i connazioali e più fortunati Aqua, dando alla luce la technobilly. Non una rivoluzione musicale o un terremoto culturale sia chiaro, ma un’idea simpatica e originale con cui distinguersi da tutti gli altri. Abiti di scena a parte ovviamente.
Il loro album di esordio del 1998 intitolato Toonage servì a consolidare e garantire un buon successo di vendite dopo l’exploit dei primi due singoli, ma come accadde per praticamente tutti gli artisti di bubblegum dance l’accoglienza del loro secondo lavoro uscito nel 2000 fu tiepida (ad essere generosi).
In effetti non avrebbe potuto essere altrimenti poiché Toontastic! altro non è che un tentativo di ricalcare pedissequamente la formula vincente di due anni prima, esasperandone il contenuto e la forma. Qui si punta maggiormente sull’aspetto clownesco del gruppo che si presenta con un look ancora più sgargiante, esagerato e improbabile, mentre del famigerato technobilly non c’è traccia, scadendo nell’eurodance più anonima e scolastica. Persino l’utilizzo di effetti sonori tipici dei cartoni animati come un colpo di clacson, il rumore di una molla o il colpo di un martello vengono inseriti letteralmente ovunque rendendo l’ascolto davvero snervante.
Abbiamo quindi il singolo di lancio Diddley-Dee che sembra un’autocover del ben più fortunato DooDah!, l’immancabile cover a cappella (questa volta tocca a Breaking Up Is Hard To Do di Neil Sedaka, nota in Italia come Tu non lo sai) e la ballata finale Shooby Dooby Baby che funge da sequel di quella Listen To My Heart con cui terminava Toonage. Le cose più interessanti sono le cover in cui i Cartoons riescono a fare propri brani come Mama Loo del gruppo tedesco (ma con radici inglesi) Les Humpries Singers e soprattutto il più celebre Chirpy Chirpy Cheep Cheep degli scozzesi Middle Of The Road che trovarono fama nel nostro Paese all’inizio degli anni ’70.
Nonostante questi difetti e la mancanza di originalità Toontastic! non è neppure un bruttissimo disco ma paga il suo voler ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, trasformandosi in una raccolta di noia e già sentito. I singoli e l’album furono un sonoro flop (tranne che nella natia Danimarca) che di fatto mise fine alla carriera della band che si trascinò ancora per qualche anno tra un concerto e l’altro, giusto il tempo di pubblicare una raccolta celebrativa (solo in Scandinavia) e chiudere i battenti nel 2006.
Con la recente ondata di revival della bubblegum dance ecco che nel 2018 i Cartoons tornano sulle scene (senza la corista Boop morta di cancro nel 2016) con buoni riscontri di pubblico a celebrare i bei tempi che furono.
Tracce:
01. Intro
02. Diddley-Dee
03. Little Red Ridinghood
04. Chirpy Chirpy Cheep Cheep (Middle of the Road cover)
05. Mama Loo (Les Humphries Singers cover)
06. Alehla
07. Hippie From Mississippi (trad.)
08. Breaking Up IS Hard To Do (Neil Sedaka)
09. Big Coconuts
10. Eany Meany
11. Shooby Dooby Baby