Carmen Russo Io Jane Tu Tarzan

Carmen Russo – Io Jane Tu Tarzan / Oh! Jumbo Buana (1989 – 7″)

Ultimo aggiornamento:

Carmen Russo Io Jane Tu TarzanCarmen Russo ha provato in più riprese a sfondare nel mondo della musica, ma mai con una precisa direzione stilistica, non dico artistica, sembrando sempre un pesce fuor d’acqua. La sua discografia viene ricordata per le copertine ad alto tasso di testosterone e non certo per la musica, che purtroppo non ha un briciolo di personalità, come d’altro canto la sua vocina leggermente insignificante e leggermente stonata, finendo direttamente nel freak show dei “vip canterini dimenticati” senza passare dal Via. C’è da dire che si trova in buona compagnia assieme a gente del calibro di Flavia Vento, Antonella Elia, Raffaella Zardo, Fabio Volo, Platinette o Alessia Mancini; canzoni evitabilissime, ma non brutte abbastanza per risultare quantomeno attraenti.

https://youtu.be/ADb0-BUfGI4

In realtà se andiamo a scavare tra i microsolchi meno noti della tettuta soubrette un piccolo capolavoro lo troviamo: il 45 giri “africano” “Io Jane Tu Tarzan”, sottoprodotto della trasmissione televisiva omonima, ci regala un noiosissimo lato A (un brano moscio e privo di appeal), ma si salva con un clamoroso lato B “Oh! Jumbo Buana” che con quel suo esotismo da scuola elementare ci regala un distillato di emozioni.

https://youtu.be/kZ5inw5_GIM

Tamburi africani, effetti ambientali da foresta nera e una base italo disco rubata alla migliore Sabrina Salerno, ma ampiamente fuori tempo massimo (Carmen ti vogliamo bene, ma era il 1989!), il tutto magistralmente prodotto dall’immancabile Cristiano Malgioglio insieme a Enzo Paolo Turchi e solo questo basterebbe ad attirare la nostra attenzione, ma non è finita qui, perché il testo ci regala passaggi memorabili che è giusto condividere:

Aggrapparti ad una liana
l’orizzonte che si spiana
sulla riva i gabbiani
e a due passi il ma-a-re

Ma come? Non eravamo nella foresta? E Tarzan? E le liane? E le scimmie in sottofondo? Invece no! La nostra pensa di essere a casa, sulla riviera ligure, ma continuiamo:

la foresHta danza, libera avanza
verso noi e il cielo bianco

Il cielo bianco? Che stia per nevicare? Ma non eravamo in Africa? Carmen non ti seguiamo davvero! Hai bisogno di aiuto forse? Spiegati meglio! Proseguendo l’ascolto abbiamo qualche dettaglio in più, ma i nostri dilemmi rimango irrisolti e anzi se ne aggiungono di nuovi e più inquietanti:

la mia Africa è l’amore mio
il frastuono il sudore tuo
il mio caldo che scende lento ormai
la mia luce che splende, splende, splende…

OK, forse si tratta di allucinazioni da disidratazione oppure l’effetto collaterale dello stare a stretto contatto con il taglio di capelli di Enzo Paolo Turchi. Non lo sapremo mai, ma questo nonsense con un tocco d’Africa ci piace assai, inutile negarlo. Un fiore nel deserto che avrebbe meritato maggiore fortuna e che anche gli appassionati del genere snobbano incredibilmente con superficialità.

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