
Correva il 1986 e la nostra, prima di essere contagiata fatalmente dal “biondismo 50 volumi” del futuro marito Enzo Paolo Turchi, era ormai divenuta una diva di primo piano del piccolo schermo, grazie al successo di show di intrattenimento come l’indimenticato “Drive In” e “Risatissima”, toccando indubbiamente l’apice della popolarità.
Dalla seconda metà degli anni ’80 inizia un lento, ma inesorabile declino, l’ultima apparizione di quel decennio sulle reti del biscione (prima di trasferirsi per un paio di stagioni in terra iberica su Telecinco) avvenne in tono minore con la trasmissione “Un Fantastico Tragico Venerdì” in onda su Rete 4, condotta in tandem con Paolo Villaggio. Come già accaduto per il “Drive In” la scusa è buona per tornare in sala di incisione e cantarne la sigla… E che sigla!
Quasi sommessamente “Camomillati Venerdì” si piazza di diritto tra i migliori brani mai incisi dalla giunonica soubrette. Un dance-pop tipicamente anni ’80 come la pettinatura di Carmen sulla copertina, con accenti quasi rock ed una ritmica incalzante modello “Flashdance”. Poco importa che il testo sia poco più di una banale scusa per ripetere la parola “Venerdì”:
Camomillati Venerdì
vieni presto, vieni qui
Prendi tutto…
prendi tutto il mio cuore.Finalmente Venerdì
picchia forte picchia qui
picchia forte…
picchia dritto sul cuore.
Il lato b non è così eccitante: tralasciando gli espliciti richiami sessuali di bassa lega, “Un Tête à Tête” suona come la colonna sonora di un film a luci rosse del periodo (e non è un complimento) sulla quale viene appiccicata una linea melodica da filastrocca ed un ritornello che in realtà non c’è. La cosa più curiosa è il testo dagli accenni casualmente (?) gnostici (“sono io il tuo Dio, il serpente”) e palesemente autocitazionista, richiamando non solo il “Venerdì”, ma anche il brano sull’altra facciata:
Un tête à tête, io farò
il Venerdì danzerò,
un tête à tête di offrirò
ti camomillerò.