Bad Religion Christmas Songs

Bad Religion – Christmas Songs (2013 – CD)

Ultimo aggiornamento:

Bad Religion Christmas SongsI Bad Religion sono concettualmente l’ultimo gruppo nell’universo che dovrebbe cantare inni al bambin Gesù e aBabbo Natale, ma allo stesso tempo solo la band più adatta a reinterpretare le classiche carole natalizie che musicalmente fanno letteralmente all’amore con il punk rock californiano cui i nostri sono fieri portabandiera.

Pubblicare nel 2013 un disco di canzoni natalizie in versione punk rock non è un’idea né nuova né brillante. Senza andare a scovare qualche oscura compilation i Vandals hanno preceduto Griffin e Gurewitz di quasi 20 anni, e se anche il nostrano Enrico “punk prima di te” Ruggeri riesce a battere sul tempo (e con largo anticipo) lo storico combo losangelino dobbiamo davvero cominciare a sentire puzza di bruciato.

La domanda è soprattutto perché una band dallo spirito ateo rappresentata da una croce cristiana sbarrata dovrebbe pubblicare un disco del genere. Inutile sfottò? Malpensata operazione commerciale?

Considerata la nicchia di mercato che rappresentano i nostri e che con un nome del genere sulla copertina di acquirenti occasionali ce ne saranno ben pochi, la seconda opzione è da escludere, perché quindi questo “Christmas Songs” non suona esattamente come una parodia?

Il problema è che, a differenza dell’album goliardico dei Vandals, qui i Bad Religion si tuffano a testa bassa e picchiano duro come se dovessero ancora dimostrare qualcosa a qualcuno. Se da un lato la loro versione di “O Come, O Come Emmanuel” è probabilmente la migliore cover natalizia dell’ultimo decennio, il disco è terribilmente serioso vibrando dei più classici stereotipi del punk rock melodico: cori sing-a-log, stop and go e ritmi da pogo compulsivo.

Il problema è che tutto suona esattamente come ci aspettiamo che debba suonare un album dei Bad Religion. Nessuna sorpresa, nessun sussulto, piuttosto riletture professionalmente ben fatte, ma pedisseque, nonché svogliate che scivolano via rapidamente quanto il brevissimo minutaggio del disco. Non basta la citazione ramonesiana all’inizio di “White Christmas” per salvare la canzone dallo status di patetico riempitivo, coì come la muscolosa versione di “Little Drummer Boy”, ma qui subentra anche un fattore personale non amando particolarmente (anzi odiando) davvero il brano originale.

A conferma dei più maligni sospestti ecco che dopo le solite “God Rest Ye Merry Gentlemen”, “Hark! The Herald Angels Sing” e “O Come All Ye Faithful” il tutto si schiude con un inutile remix della corroborante, ma non imprescindibile, “American Jesus” che suona sfacciatamente come una minestra allungata.

Come si dice in questi casi: prendere o lasciare.

Tracklist:
01. Hark! The Herald Angels Sing
02. O Come All Ye Faithful
03. O Come, O Come Emmanuel
04. White Christmas
05. Little Drummer Boy
06. God Rest Ye Merry Gentlemen
07. What Child Is This?
08. Angels We Have Heard On High
09. American Jesus (Andy Wallace Mix)

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