Andrea Tich Masturbati

Masturbati, il bizzarro capolavoro nascosto di Andrea Tich

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La musica di Andrea Tich è un enorme puzzle come le sue origini: il padre di Fiume, la madre di Francoforte, la nonna ungherese e gli zii britannici, nasce e cresce a due passi da Siracusa prima di spostarsi nel 1977 a Milano (seguendo i passi di un altro grande artista siciliano di nome Franco Battiato), non prima di essere stato folgorato da Mothermania di Frank Zappa da cui acquisirà il gusto per gli arrangiamenti inusuali e la sperimentazione.

Andrea Tich Masturbati

Grazie a Michelangelo Romano, conduttore della trasmissione radiofonica Pop Off riuscì a fare ascoltare i suoi brani al “solito” Gianni Sassi, il direttore della Cramps Records, famosa etichetta alternativa milanese, che lo mise subito sotto contratto.

Fu così che nell’estate del 1978 uscì l’album Masturbati, un disco troppo in anticipo sui tempi, a partire dal titolo coraggiosissimo tutt’oggi, soprattutto se pensiamo che si trattava di un debutto discografico di un autore sconosciuto. La musica è piuttosto scheletrica, spesso imperniata su trame acustiche con tocchi di tastiere, violino e percussioni mai scontate; un tappeto sonoro perfetto dove la voce anarchica di Andrea Tich che si trova libera e leggera per spaziare su qualsiasi registro. Il risultato è un misto tra il Syd Barrett solista, le filastrocche per bambini e la spiazzante follia tipicamente zappiana.

Se la musica è un mix piuttosto interessante, non da meno sono i testi provocatori che parlavano senza peli sulla lingua, ma sempre in maniera trasversale e visionaria, di droga (Odore d’erba) e spesso di sessualità (la title track che non lascia nulla all’immaginazione senza mai cadere nella volgarità) spesso a sfondo gay (stupenda e geniale La primavera nel bosco, Paese, Il candidato e Uccello) come solo Faust’o seppe fare, ma in altri termini, nell’album Suicidio pubblicato proprio lo stesso anno.

Andrea Tich Masturbati

Purtroppo dopo questo piccolo capolavoro che ebbe sì un buon successo di critiche, ma scarse vendite, anche per la promozione praticamente assente della casa discografica, Andrea Tich cominciò a lavorare come vocalist in jingle pubblicitari (in fondo bisogna campare) coinvolto da Maurizio Marsico con il quale collaborò all’album Milano città nella città e diversi altri progetti musicali come la colonna sonora di Mefistofunk con la Monofonic Orchestra, spettacoli multimediali e un lavoro di musiche per danza intitolato Magic Dance Cycle.

Nonostante Masturbati sia rimasto un episodio isolato nella discografia di Andrea Tich, ha comunque lasciato un’eredità importante, non tanto per la musica che dopo tutti questi anni suona inevitabilmente legata a quel periodo storico e piuttosto freak, ma per i testi ancora modernissimi da cui il giovanissimo Liberovici scommettiamo prese più di uno spunto (ma con scarsi risultati a parere nostro) la cui eco si può sentire tuttora in autori come Manuel Agnelli nei suoi Afterhours o Bugo.

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