La musica di Alexi Lalas: un rocker sul campo da calcio

La carriera musicale di questo musicista prestato allo sport e diventato un calciatore iconico degli anni '90

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Panayotis Alexander Lalas detto Alexi nasce a Birmingham, Michigan nel 1970. Trascorre un’infanzia tranquilla in questo sobborgo di Detroit, dove comincia a suonare la chitarra e a 17 anni a dare i primi calci al pallone a scuola: gioca nella squadra dei Cranbrook Kingswood. La passione per il soccer prosegue alla Rutgers University e nel 1991 viene eletto miglior calciatore del college.

Se a 21 anni la carriera di un giocatore professionista è già ampiamente iniziata, Alexi aveva altro per la mente: scrivere canzoni e ascoltare i dischi dei suoi amati Ratt (di cui è un fan sfegatato) anche perché all’epoca il calcio negli Stati Uniti era popolare come poteva essere l’hockey su ghiaccio in Italia, tanto che dal 1984 non esisteva nemmeno più una lega nazionale, ma solo campionati regionali. Insomma un passatempo divertente e niente più.

Nel 1992 partecipa alle Olimpiadi a Barcellona con la nazionale USA incontrando proprio l’Italia nello stesso girone ma non riuscendo neppure a qualificarsi per i quarti di finale. La nazionale americana dei primi anni ’90 era una sorta di armata Brancaleone, tra giocatori impegnati in leghe minori europee e giovani ragazzoni nemmeno semi-professionisti la cui unica esperienza era quella di partite nei tornei universitari. Nonostante tutto questo nel 1994 Alexi Lalas riuscì a rivelarsi al mondo durante i Campionati del Mondo di calcio giocati proprio negli Stati Uniti.

USA ’94 e l’arrivo al Padova

Ricordiamo USA ’94 per le temperature torride durante le partite (per permettere al pubblico europeo di guardare le partite comodamente il pomeriggio e la sera) e soprattutto per la tragica finale con il Brasile persa dall’Italia di Sacchi ai rigori.

In realtà la squadra sudamericana per arrivare alla finale affrontò un’agguerritissima selezione americana che aveva fatto fuori senza troppi problemi la più titolata Colombia di Carlos Valderrama. In quella formazione c’era appunto Alexi Lalas, un ragazzone alto 1,95 m che guidava la difesa e che oltre alle sue discrete doti tecniche si faceva notare per il look più da rockstar che da calciatore: lunghi capelli color carota e un lungo pizzetto caprino. Il mondiale di Lalas fu ottimo, commise solo l’errore di lasciarsi sfuggire Bebeto una volta e questo costò il passaggio ai quarti per il suo team (il Brasile vinse a fatica con uno striminzito 1-0).

Bebeto sfugge a Lalas e segna il goal della vittoria a USA 94

Gli USA erano fuori dalla competizione ma poco importa. Alexi, il trascinatore e il volto della nazionale americana, era diventato una sorta di piccolo eroe nazionale e uno dei volti più riconosciuti del calcio mondiale.

Al termine della competizione, fiutando il potenziale affare mediatico/pubblicitario, l’Acqua Vera lo acquistò per farlo giocare nel Padova di Mauro Sandreani, di cui era lo sponsor, neopromosso nella massima serie, tra lo scetticismo generale. Negli anni ’30 altri americani giocarono nel campionato italiano (tali Alfonso Negro e Armando Frigo), ma si trattava di italo-americani, mentre il difensore dalle origini greche può essere considerato il primo vero yankee a metter piede nel calcio italiano.

La Squadra biancoscudata nelle prime giornate di campionato passò di sconfitta in sconfitta dando l’impressione di essere un aggregato troppo improbabile fino a quando a metà Ottobre arrivò il Milan dei supercampioni che venne seccamente sconfitto proprio grazie a un gol di Alexi Lalas (Franco Gabrieli arrotonderà solamente il punteggio), che incredulamente poté celebrare la prima affermazione del Padova in A dopo trent’anni. Da quel momento in poi il difensore, nonostante la sua lentezza (i tifosi gli intonavano Vecchio scarpone) diventa un titolare inamovibile e la squadra guadagna una meritata salvezza.

Durante il difficile campionato Alexi viene ricordato per la sua simpatia e schiettezza che ne fecero un personaggio fuori dalle righe nel serissimo mondo del calcio. Dopo una sonora sconfitta del Padova, alla domanda di un giornalista del tipo «come avete preso la sconfitta di oggi?», lui rispose: «ma che mi frega a me; io adesso vado a casa, suono mia chitarra, scopo mia ragazza e va tutto bene», oppure quando in televisione da Aldo Biscardi escalmò: «io pensi che il signor Zeman è un vaffanculi» o ancora quando ospite alla Domenica sportiva si esibì nella sigla d’apertura con un suo pezzo dicendo alla presentatrice «Ciao bela come stai?».

Forse per il suo temperamento battagliero che sopperiva in parte ai suoi limiti tecnici, forse per la stravaganza del personaggio, fatto sta che un certo Diego Armando Maradona, spettatore di un incontro della Coppa America del 1995, gli chiese addirittura la maglia.

Gli esordi con i Gypsies e il duetto con Luca Barbarossa

Alexi Lalas nei Gypsies © Alexi Lalas

Alexi viveva con la sua ragazza Jill nel verde di Abano Terme e ben presto non ci fu pub di Abano o Montegrotto che non vantasse una sua foto nel locale, per lui il calcio professionistico era un divertimento e si permetteva di giocare a pallone per strada coi ragazzi del quartiere e la sera cenava e suonava all’osteria del Limbo. Già, la musica, il nuovo idolo della città patavina aveva alle spalle due album autoprodotti incisi come frontman e chitarrista dei The Gypsies con cui incise due album autoprodotti Jet Lag e Woodland (qui solo come backing band) pubblicato nel 1994.

Grazie alla notorietà conquistata sul campo di calcio nel 1995 incise due cover per un album-tributo a Bruce Springsteen a cura della piccola etichetta torinese Totem Records. In For You: A Tribute to Bruce Springsteen, il nostro trasforma If I Should Fall Behind in un buon pezzo dal sapore country-folk (decisamente meglio dell’originale), e reinterpreta in maniera meno creativa  Tougher Than The Rest duettando con Luca Barbarossa (non propriamente un rocker ma forse a lui non lo avevano detto) che lo trascinò anche al Maurizio Costanzo Show. Ma questi furono solo i prodromi del prossimo album che sarebbe arrivato a breve.

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