Alessio Caraturo goldrake

Alessio Caraturo e la sua versione intimista della sigla di Goldrake

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Dalle stalle alle stelle e ritorno, nel giro di una stagione, oppure in altri termini: caso discografico di fine 2004 e ritorno all’anonimato in punta di piedi, proprio così come era salito alla ribalta.

Alessio Caraturo goldrake

Lo sconosciuto Alessio Caraturo non è affatto uno scarso e il suo piacevole album Ciò che desidero è un acquarello sussurrato di fresco cantautorato pop, ma, evidentemente, non abbastanza ruffiano per imporsi nelle radio e nell classifiche che prediligono ascolti più faciloni e tormentoni scemi, visto che non lo ha ascoltato nessuno. Peccato.

Il nostro, però, è riuscito ha ritagliarsi 15 minuti di fama per una cover particolarmente riuscita: si tratta della sigla di Goldrake, messa completamente a nudo con un delicato arrangiamento per voce, chitarra e una spruzzata d’archi.

Nulla di nuovo se pensiamo che il fenomeno delle cover dei cartoni animati fiorì a metà degli anni ’90 (Gli amici di Roland su tutti) e nel 2004 era già finito da un pezzo, ma qui la reinterpretazione non è solo effetto nostalgia.

Il brano viene reinventato con la dignità che potrebbe avere un pezzo di Lucio Battisti e in effetti gli autori non sono certo i primi che passano per strada: Vince Tempera, Massimo Luca e Luigi Albertelli.

Il risultato è, in un parola, “emozionante”, così come il videoclip in un tenero bianco e nero, con la sagoma di Goldrake che vola e s’intravede appena. La classica cover fatta con il cuore, lontana anni luce da ogni forma di sterile revival da radical chic, che lasciamo volentieri a Fabio Fazio e Claudio Baglioni.

EDIT: Ben 12 anni dopo quei crumiri degli Zero Assoluto, in un conato di creatività, eseguiranno una cover assolutamente identica in diretta nazionale durante il Festival di Sanremo del 2016 spacciandola come una loro idea, senza che nessuno degli espertoni della musica osasse dire nulla. Complimenti.

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