Abbiamo tutti sotto gli occhi e nelle orecchie i risultati nefasti dell’exploitation dell’italo disco di metà anni ’80. Si tratta del consueto fenomeno dello sfruttamento della moda del momento, fatta di copia-incolla selvaggi e massificati delle sonorità di successo che lentamente e inesorabilmente diventano una pallida parodia del modello di riferimento.
La gallina dalle uova d’oro (o meglio dai dischi d’oro) di quel periodo da spremere fino all’ultima goccia era l’italo disco che sfornava progetti discografici dai nomi improbabili o (in)volontariamente kitsch che su casse dritte canticchiavano qualsiasi porcheria in un inglese il più delle volte piuttosto forzato.
Più che una commercializzazione/popolarizzazione di un genere musicale nato come evoluzione sintetica della discomusic per mano di un padrino di lusso come Giorgio Moroder, si tratta di una degenerazione figlia dei successi (alcune volte da baraccone, come il famigerato Den Harrow che nonostante tutto però un paio di canzoni memorabili ce le ha regalate) targati Turatti e Chieregato, veri re Mida delle piste da ballo di quegli anni che hanno fatto ballare praticamente tutto il mondo.
Tra i pilastri di questa italo disco commerciale troviamo Alberto Carpani, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Albert One, “simpatico” gioco di parole che ironizza sulla stazza del corpulento DJ che nel corso della sua carriera si è cercato di nascondere dietro diversi nomignoli tra i quali è doveroso ricordare Jock Hattle, con il quale portò al successo Yes-No Family scritta a quattro mani con un giovane Enrico Ruggeri.
Correva l’anno del Signore 1984 e il nostro fa il botto con Turbo Diesel, canzone tra l’altro inclusa nella fortunata serie di compilation Mixage dello stesso anno, mitica compilation che era una sorta di bignami della musica pop-dance da classifica dell’epoca e che non poteva mancare in nessun walkman o autoradio che si rispettasse.
Per scrivere questo capolavoro che ci elenca i pregi di otto famose case automobilistiche, ci sono voluti ben quattro cervelli: oltre ai soliti sospetti (Miki Chieregato e Roberto Turatti) troviamo Chuck Rolando (altro marpione della scena italo disco, nonché componente dei nostrani Passengers) e il più snob Fred Ventura, forse uno dei pochissimi personaggi dell’epoca che è riuscito a sopravvivere a se stesso nel corso dei decenni e che ancora oggi gode d’immutata stima nei club nord-europei.
Turbo Diesel è un po’ la quintessenza di quel vuoto pneumatico che ci fa contemporaneamente amare e odiare gli anni ’80, o quanto meno certi anni ’80. Da un lato la canzone «è una cagata pazzesca» (cit.), confermandoci come le esigenze del popolo della notte abbiano cominciato ad abbrutirsi con lo sdoganamento della disco dai club gay della East Coast americana, finendo per diventare bubble gum music per fighetti alla Saturday Night Fever, dall’altro la goliardia del pezzo, l’alta concentrazione di ridicolo e le massicce dosi di autoironia non possono farci immediata simpatia, come il fetentissimo video che lo accompagnava.
Ancor più memorabile l’apparizione di Albert One versione “omino Michelin” al Festivalbar: immaginate un ragazzone obeso, vestito con una tuta bianca e dotato di volante di plastica al collo che si scatena sulle note della sua Turbo Diesel. Una sorta di Fatur in versione disco. Notevole.
Alberto Carpani ci ha lasciati l’11 Maggio 2020 per complicazioni legate al Covid-19 e a noi non rimane che ricordare con tenerezza questa assurda canzoncina che trasuda la tipica spensieratezza anni ’80 da tutti i pori.
Turbo Diesel
Turbo Diesel… Turbo Diesel…
Bugatti – I saw you in a dream,
Volvo – You’re running hot like steam,
Subaru – You start off like an arrow,
Volkswagen – You never gave me sorrow.
Sitting at the wheel,
My tires burn to squeal,
I know that I will soon be,
A hero in the Grand Prix.
Saturday night I win at Le Mans,
Risking my life I wave to my fans,
Morning collides, champagne on ice,
Now I’m a star driving my car…
Ferrari – The fastest on the street,
Rover – You are my everything,
Bentley – A coffin for a king,
Mercedes – So classic and so chic.
I drive without emotion,
I calculate each curve,
I know that I will soon,
A hero in the Grand Prix.