Di schifezze su Orrore a 33 Giri ne abbiamo proposte tante; ciononostante, “È Orrore, bellezza, e tu non ci puoi fare niente. Niente!”, quindi assolviamo quest’ennesimo onere solo per il dovere di cronaca che da sempre ci contraddistingue, oltre che per il quieto vivere di chi mai acquisterà questo disco pensando anche di ascoltarlo.
Tolta di torno la doverosa premessa, andiamo ad esaminare la fatica discografica (fatica ovviamente per chi la ascolta) di Alba Parietti, unico Long Playing della sua produzione, dal titolo “Alba”, datato 1996, nonché la produzione musicale più “seria” nella discografia della showgirl, forse anche grazie all’influenza del filosofo Stefano Bonaga, fidanzato di Alba all’epoca e ringraziato nel booklet.
I primi versi del disco, nella canzone “Chi Sarà”, sono i seguenti: “Ti ho pensato tante volte, ho voglia di vederti, il tuo sorriso, ho voglia di toccarti, ho voglia di riascoltarti”. Iniziamo bene. La seconda traccia, “Purtroppo è Amore” inizia con 20 secondi di strumentale che sembra il tappetino musicale nei titoli di coda di Beautiful. Quando entra il testo, le cose non migliorano: “E quando il fumo in gola ha il sapore della voce e ti frusta con parole che son peggio delle botte”: meno male che anche Alba si è resa conto che le parole del suo disco sono peggio delle botte! Ma facciamoci del serio male fisico, passiamo a “Ehi Tu”, terzo brano; trattasi di plagio di una qualsiasi canzone pop anni ’90 con testi inseriti a caso: il ritornello ad un certo punto fa: “Ehi tu, un colpo al mondo e un colpo a te, ehi tu, già ti amavo prima che” Prima che COSA?
https://www.youtube.com/playlist?list=PLZIuE-cc37xJQAFRCqrrJsR6-o5AXKXq9
Finalmente arriviamo al singolone, “Albarap” che guardacaso è un rap cantato da Alba! Ma chi l’avrebbe mai detto? Nel dettaglio, il pezzo è una base R’n’B, arrangiata anche con un certo stile per l’epoca, con sassofono e pianoforte (veri e non midi, cosa non molto comune nelle produzioni low budget di metà anni ’90). Il testo ovviamente brilla come un raudo in una parrocchia di provincia, con ottime perle come “Ti trovo molto meglio dell’144, potresti far le fusa, diventi come un gatto” o ancora “Tocca il tuo sogno così, tocca il tuo sogno così, non è realtà virtuale”, seguito da un inciso in inglese incomprensibile e senza senso cantato dalle solite vocalist dall’attitudine soul. In tutto questo è opportuno aggiungere che Alba Parietti fa il rap come Loredana Bertè con una patata in bocca, oltretutto sussurrando con atteggiamento sexy.
Nella traccia successiva, “Ossi di Seppia”, vengono scomodati due poeti veri, come Eugenio Montale (ma solo per il titolo, per fortuna) e Fabrizio De Andrè: Alba ci regala una canzone dal sapore folk di chiara ispirazione deandreiana, parlando della sua Torino e dei ricordi di quando ci viveva da piccola, con tanto di ritornello in dialetto! Non riporterò qui il testo per rispetto nei confronti dei torinesi, ma vi dico solo che vengono citati rigorosamente a vanvera il Lingotto, la Rai e un paio di piazze storiche. Ma davvero a caso!



Saltando a piè pari “Angeli Nudi” (il titolo parla da solo), arriviamo a “C’est Écrit”, interessante perchè la Parietti si cimenta in un discreto francese, e fino a qui niente da dire, è persino qualche anno più avanti rispetto a Carla Bruni… Ma siamo onesti, provate voi ad ascoltare Alba Parietti che canta in francese per cinque minuti e quaranta secondi! Andiamo avanti. La traccia successiva è “Procida”, un tango con (lontani) richiami alla poetica di Paolo Conte, che la nostra beniamina interpreta con una voce grossa e impostata credibile quanto un disco di scat cantato da Gigi D’Alessio.
Arrivati a questo punto la recensione deve finire per forza. Vi giuro che ho provato a sentire le ultime due tracce, ma “Come una preghiera” è davvero come una preghiera, e sinceramente una preghiera di Alba Parietti è davvero insopportabile, per quanto qualcuno possa ritenerla una santa donna; ma la goccia che fa traboccare il vaso è “Gabbia”: stesso identico testo di “Purtroppo è amore” (ricordate? La storia del fumo in gola e delle parole come botte), col ritornello cambiato. Questo è troppo.
Devo ammettere che è un peccato dover trattare così Alba, che in fondo è sempre riuscita a rimanere sulla cresta dell’onda con furbizia e anche con una certa autoironia, riciclandosi come opinionista divertita e distaccata nei contesti e negli argomenti più disparati, dalla politica all’attualità allo spettacolo passando per lo sport; ma qui non si sta parlando male di Alba Parietti, si sta esprimendo una personale opinione su un suo disco da cestinare con violenza.
Signori, siamo davanti ad un disco che anche noi di Orrore a 33 giri, rinomati per avere le orecchie di piombo, abbiamo fatto fatica ad ascoltare. Vogliamo renderne atto alla Signora Parietti?
No, grazie.
Tracklist:
01. Chi Sarà
02. Purtroppo è Amore
03. Ehi Tu
04. Albarap
05. Ossi di Seppia
06. Angeli nudi
07. C’est Écrit
08. Procida
09. Come una Preghiera
10. Gabbia