Riascoltare la colonna sonora di “Atlas UFO Robot” è sempre emozionante, su queste pagine odiamo il revival da fine serata, ovvero parlare di cose tipo “come era buona la Girella”, “come erano più fighi i cartoni degli anni ’80” e amenità del genere, ma è indubbio che per i trentenni ascoltare questo LP è sicuramente un’esperienza che trascende il lato puramente musicale.
Per chi non lo sapesse ricordiamo che dietro al moniker Actarus si cela una band musicalmente preparatissima composta da Ares Tavolazzi degli Area, Vince Tempera ed Ellade Bandini ovvero la storica band di Francesco Guccini; alle voci troviamo il coro di Paola Orlandi (la migliore corista sulla piazza) e alle voci soliste Michel Tadini, Dominique Regazzoni (oggi diventata pittrice) e Fabio Concato. Le liriche sono invece composte dal paroliere Luigi Albertelli.
Il disco fa parte della miriade di gadget che invasero l’Italia a seguito dello strepitoso successo in technicolor che riusciva a tenere incollati al televisore milioni di bambini; su “UFO Robot” e “Goldrake” non c’è bisogno di spendere altre parole in quanto entrate a pieno titolo nel patrimonio nazionale italiano, soprattutto la prima, tornata in classifica qualche anno fa grazie alla versione acustica di Alessio Caraturo, anche se a dire la verità nel corso degli anni è stata piuttosto logorata da trasmissioni revivalistiche di dubbio gusto, mentre è giusto focalizzare la nostra attenzione sugli altri brani composti per l’occasione e dedicati principalmente ai diversi personaggi del cartoon.
https://www.youtube.com/watch?v=mkT3vmrb9AY&list=PL942EB99B89802FE6
Le atmosfere del disco sono pricipalmente di stampo disco-funky (era il 1978) quasi sempre dall’ottimo groove: “Alcor” ricorda fin troppo proprio “UFO Robot” mentre “Vega”, il capolavoro nascosto dell’album, è un brano con cassa dritta dal sapore sinistro che riesce perfettamente ad inquadrare a livello musicale il cattivo di turno.
Non mancano momenti più riflessivi con sonorità melodico-orchestrali come “Atlas Ufo Robot”, brano che alterna un cantato piuttosto noioso a parti strumentali davvero suggestive, “Venusia” che sembra presa dal disco di Ilona Staller e la noiosa “Procton”, brano principalmente parlato che ripercorre tutti i personaggi della serie, riproponendo di volta in volta le diverse melodie ad essi legati.
Le canzoni più bizzarre sono “Rigel” e “Pianeta Terra”: la prima è un evitabile country da boy scout mentre la seconda è una sorta di disco-spiritual estremamente ben fatta con tanto di assolo jazzato che avrebbe meritato un testo degno di questo nome (imperniare il brano sulla ripetizione continua di “Viva la terra / Abbasso Vega” puzza troppo di dovere contrattuale).
Nella versione CD, ristampata nel 2000 e comprendente un booklet con poster apribile proprio come la versione originale, troviamo anche la splendida “Shooting Star”, ovvero la sigla finale della prima serie che, a differenza dei brani che la precedono, ha un tono piuttosto cupo e serioso.
Disco ancora oggi splendido, scritto con maestria e suonato con sapienza, io però continuo a chiedermi il perché di tanta cocciutaggine nel continuare ad attaccare il Giappone dove risiedeva l’indistruttibile Goldrake, quando c’era tutto il resto del pianeta da invadere. Misteri gnostici delle sceneggiature giapponesi.
Tracklsit:
01. Ufo Robot
02. Rigel
03. Venusia
04. Alcor
05. Vega
06. Goldrake
07. Pianeta Terra
08. Atlas Ufo Robot
09. Procton
10. Shooting Star (CD bonus track)