“La Donna il Sogno & il Grande Incubo” è la terza fatica degli 883 escludendo l’album di remix dell’anno precedente, e rappresenta soprattutto la prima prova dopo l’abbandono del mai troppo lodato Mauro Repetto che tentò di intraprendere una carriera solista prima e da regista dopo, fallendo miseramente.
Il nome 883 ha sempre meno senso in questa accozzaglia di musicisti recuperati per fare da tappezzeria a Max Pezzali rimasto ormai solo; la nuova formazione è una semplice band di supporto che di fatto ha rimpiazzato nei concerti i sintetizzatori e le basi pre-registrate che hanno caratterizzato i primi due lavori di Max e Mauro, mentre per la scrittura l’ex compagno di sala giochi viene rimpiazzato da Pier Paolo Peroni e Marco Guarnerio, fidi pruduttori della famigerata Cecchetto Productions che sanno sicuramente confezionare hit radiofoniche ma che non hanno quello spleen di provincia lombarda dell’ex compagno.
L’album è stato concepito per sfruttare il filone commerciale che diede tanto successo al duo: uscita del disco giusto in tempo per l’estate, musica elettronica, arrangiamenti pop e la solita copertina disegnata che lega a doppio filo questo lavoro ai precedenti.
Il disco si apre con la leggerissima e insipidissima “La Radio a 1000 Watt”, proseguendo con l’altrettanto scialba “Fattore S”, che si può tranquillamente definire una canzone che parla di sfigati sulla sfiga. Ignobile.
Dopo questa fetente doppietta danzereccia arriva l’immancavile ballata: scritta interamente da Pezzali, questa “Ti Sento Vivere” melodicamente rubacchia più di qualcosa alla goriosa “Cumuli”, il peggio però è la poetica del nostro che vorrebbe farsi più matura, ma tragicamente non riesce ad andare oltre uno sconfortante “vorrei dirti vorrei, ti sento vivere / dovunque guardo ci sei tu, ogni discorso sempre tu / ogni momento io, ti sento sempre più”. Vabbè.
A completamento di questo immondo poker arriva il pezzo da 90, quella “Senza Averti Qui” che avrebbe dovuto sbancare il 45º Festival di Sanremo, ma che si è dovuta accontentare di un mesto ottavo posto, addirittura dietro all’amico Fiorello che con “Finalmente Tu”, beffardamente a firma Pezzali-Repetto, raggiunse la quinta posizione. Sull’album il brano viene spacciato come qualcosa di innovativo in quanto ha per i due canali stereo due arrangiamenti separati: l’ascolto però è assai meno eccitante, con un suono pasticciato e poco profondo.
L’encefalogramma piatto si interrompe con “Tieni il Tempo”, sorta di riscrittura di “Nord Sud Ovest Est”, ma che in questo piattume suona come la cosa più genuina dell’intero album, con i classici discorsi da sfigati dei bar di provincia. Non per caso la canzone è scritta a quattro mani con il caro vecchio Mauro.
Il resto dell’album scorre via come l’acqua sotto la pancia delle anatre: citazioni d’obbligo per “Una Canzone d’Amore”, vero e proprio tormentone romantico-tardo adolescenziale con un testo scritto con la Smemoranda, e la finale “Gli Anni” altro singolo spacca-classifica che puntando sul vecchio ma sempre efficace effetto nostalgia ci ricorda di come una volta si stava molto meglio: i telefilm, le compagnie, i motorini, le miccette, il Calippo, il Billy, la Girella… Tutto questo su un arrangiamento raccapricciante.
Prima di chiudere c’è però il tempo per una traccia fantasma, quella “Non 6 Bob Dylan” che ci ricorda (ancora una volta grazie allo zampone di Mauro Repetto) perché ci piacevano gli 883: qui ritroviamo l’ignoranza di “Lasciala Stare”, una spruzzata di “6/1/Sfigato” e la strafottenza di “Non Me La Menare”. Il tutto suona ovviamente come uno scarto, ma tanto ci basta.
Inutile girarci attorno, questo album è la fine degli 883 che amavamo e l’inizio di quella assurda macchietta in cui si trasformerà Mr 883/Max Pezzali, un caratterista del pop che da qui in avanti si dividerà tra l’impersonificazione dell’eterno ventenne sfigato e il sorridente interprete di facili canzoncine pop-dance da spiaggia, sempre più facilone e sempre più improbabili e forzate.
Qualcuno potrebbe trovarlo assurdo, ma la mancanza di Mauro Repetto si sente: è come se con lui se ne fosse andata quell’alchimia magica che ha fatto degli 883, volenti o nolenti, uno dei fenomeni socio-musicali più interessanti dell’Italia musicale degli anni ’90.
Vittorio “Vikk” Papa e Roberto Vallucci
Tracklist:
01. La Radio a 1000 Watt
02. Fattore S
03. Ti Sento Vivere
04. Senza Averti Qui
05. Tieni Il Tempo
06. Gli Avvoltoi
07. Il Grande Incubo
08. Una Canzone d’Amore
09. Musica
10. O Me o (Quei Deficienti Lì)
11. Gli Anni
Bonus track Presenti solo nella ristampa “Edizione Straordinaria”
12. Non 6 Bob Dylan (traccia fantasma)
13. Chiuditi Nel Cesso (singolo da “Remix ’94”)
14. Dimmi Perchè (dalla “Cecchetto Compilation”)
15. Senza Averi qui (Kwaanza Posse Mix)
16. Il Grande Incubo (Bliss Team Remix)
17. Una Canzone d’Amore (Milangeless Remix)
18. Gli Anni (Bliss Team Classic Remix)