Colleferro come Pavia. La profonda provincia italiana, in fondo, ha parecchie similitudini. Entrambe all’ombra della metropoli (rispettivamente Roma e Milano) così vicina, ma troppo lontana.
Se l’ex capitale del regno longobardo che ha dato i natali a Max Pezzali e Mauro Repetto, cioé gli 883, può vantare una rinomata università e sfoggiare il famoso ponte coperto sul Ticino, Colleferro regala al mondo lo squallore industriale della Bombrini Parodi Delfino, sfavillante azienda chimica-industriale del centro Italia, immortalata nella bella copertina disegnata da ZeroCalcare di questo …Perché in fondo lo squallore siamo noi a metà tra Killers degli Iron Maiden e La donna il sogno & il grande incubo degli 883.
E’ qui che crescono e suonano i Plakkaggio, band punk-hardcore-Oi! da cui nascono per scherzo nel 2016 i 666. Perché, nonostante oggi siano dei punk trentenni sono scesciuti Sei un mito, Jolly Blue, Weekend, Rotta x casa di Dio o Weekend che descrivono perfettamente la noia della gioventù di provincia. Pavia o Colleferro è la stessa cosa
Lo spleen-pop padano di Pezzali-Repetto non poteva trovare humus migliore per rifiorire mostrandoci la capacità di scrittura generazionale del duo (cioé i primi due album) che noi siamo qui a decantare da una decina d’anni mentre i fighetti del rock se ne sono accorti solo qualche anno fa sull’onda del revival celebrativo della tributo indie-nostrano Con due deca.
Non è certo un caso che proprio negli ultimi anni le tribute band di Max Pezzali/883 siano aumentate esponenzialmente, scalzando nel numero persino mostri sacri come Ligabue e Vasco Rossi.
Se gli 883 vivevano ai confini di Milano ma avevano in testa l’America, le Harley Davidson e (agli inizi) il rap, i 666 tra Oi! e heavy metal rivendicano la loro origine proletaria, la loro fabbrica, la loro maledetta provincia, non solo geografica ma anche culturale e musicale. Ecco quindi che il destino ha voluto che non ci fosse nessuna If The Kids Are United a rappresentarli, ma una più dimessa Con un deca che assieme a Rotta x casa di Dio, Jolly Blue e Sei un mito non sono mai suonate così vive, magari meno aggraziate delle originali ma concettualmente più vicine alle versioni pre-Cecchetto Productions nate nella cantina di Max Pezzali.
I 666, così come la sottocultura skinhead cui si sentono di appartenere, non inventano nulla (in effetti l’idea di rifare i pezzi degli 883 in verisone punk l’ebbero i misconosciuti D8r Max già nel lontano 2008), ma cercano solo l’appartenenza culturale e la catarsi attraverso i brani degli 883 e a noi va bene così.



Peccato solo che ascoltando il disco si abbia l’impressione di una riverenza forse eccessiva verso gli originali come se suonassero un po’ con il freno a mano tirato, ma poco male perché questo è un motivo in più per non perderseli dal vivo dove c’è da scommettere che queste versioni diventeranno davvero memorabili, almeno per una serata.